Musica Dance – Dove Stiamo Andando

Musica Dance … Dove Stiamo Andando ? Che sia un periodo di grandissime incertezze nell’ambito della Musica Dance è evidente… forse siamo davanti alla classica crisi di mezza età (dalla disco anni ’70 e dalla Febbre del Sabato Sera ad oggi sono passati più o meno 40 anni).

La Febbre del Sabato Sera

Le classifiche internazionali indicano sempre più che la Musica Dance ha perso la sua identità.
Nata per i club e per le disco la Musica Dance si è trasformata in musica pop pre-confezionata, con tempi e suoni da rispettare per essere fruibile nei 30 secondi di ascolto medio di un brano su Spotify (che disastro… Quanto sono lontani i tempi di quelle splendide versioni Extended.. Oggi una Versione Mix dura 3 Minuti).

Questa sorta di Pop/dance pur essendo ben fatta e con artisti di spessore internazionale a fare featuring a più non posso, non riesce più ad accendere i cuori dei clubbers.

Ultimo artista ad emozionare veramente è stato il compianto Avicii uno che, sicuramente, non ha avuto paura di rischiare sperimentare e cambiare le carte in tavola.

Avicii – Levels

Nel passato netta era la differenza tra musica pop trasmessa dalle radio e la Musica Dance che aveva il suo spazio all’interno dei locali, adesso questa differenza non esiste più.
Inoltre gli stessi locali si differenziavano proponendo generi diversi tra loro, riuscendo così avere identità uniche che accontentavano un pubblico dai più svariati gusti musicali.

Oggi purtroppo la personalizzazione è diventata impossibile, dai bar alle gelaterie passando per le feste di piazza fino ai locali da ballo la musica programmata è al 90% identica, si differenzia unicamente per l‘uso di bootleg/mashup.
Per fare un esempio, tutti suonano Amore & Capoeira ma il drop musicale di uscita dal ritornello pop è differente….quindi alla fine dei conti il risultato non cambia .. ovunque sentiamo le stesse cose condite con salse differenti.
Ormai le serate sono un contenitore unico di grandi successi che partono dal tanto bistrattato Reggaeton arrivando ai pochi successi mainstream attuali passando sempre e comunque dai grandi brani 90/2000, per assurdo L’Amour Toujour sta avendo più successo oggi che all’epoca della sua uscita.

Analizzando questa cosa dal punto di vista del produttore indipendente e non legato a Major, impossibilitato ad usare Voci di cantanti famosi a livello mondiale, la strada si fa difficile.

Dal mio punto di vista “il piccolo rappresenta il nuovo grande” ovvero la ricerca deve essere fatta nelle nicchie di mercato cercando di specializzarsi in un genere magari non mainstream ma che permetta di sperimentare senza inseguire forzatamente il successo del momento.
Non avendo a disposizione la voce di Rihanna oppure di Ed Sheeran fare un cantato che trovi la sua collocazione diventa quasi impossibile.
Gli spazi nelle radio e nei network sono già occupati dai soliti noti e rimangono solamente piccoli spazi dove poter proporre musica dance e farsi conoscere.
Cercate quindi la vostra identità in un genere di nicchia cercando di diventare importanti all’interno di quel settore, ci sono produttori che riescono a generare molto interesse sugli store digitali e quindi successivamente ad avere un buon riscontro anche nei live dj set lavorando negli angoli poco illuminati della musica e dove le Major non sono ancora arrivate a metter le loro mani usate per centralizzare gli ascolti ed i download.

All’inizio dell’era internet sembrava che la democrazia del web avesse dato la possibilità a tutti di farsi conoscere e a tutti di guadagnare producendo musica, in parte questo è vero e se siete bravi e fortunati potete essere ancora notati, ma purtroppo la finta democrazia del web ha fatto si che i grandi colossi riuscissero a convogliare numeri incredibili soffocando quasi completamente gli indipendenti.
Questi colossi che generano musica e gestiscono playlist sugli stores di streaming di fatto si comportano come i grandi centri commerciali che lavorano schiacciando il piccolo negoziante .. qui torniamo al discorso di prima .. il piccolo negoziante per vivere deve trovare uno spazio nella specializzazione e nella super professionalità.

Per concludere, stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti anche a livello musicale dove i gusti delle masse sono sempre più controllati ma attenzione, perché di solito sono proprio questi i momenti in cui nasce qualcosa di diverso .. il sentore è che ci sia la voglia di sentire qualcosa di nuovo e non omologato e sempre più persone cercano la loro identità musicale…. sono i nuovi produttori , quelli più giovani che dovranno rispondere a queste nuove richieste del mercato fuggendo dai cliché.

I grandi cambiamenti partono dal basso e come negli anni della nascita della musica House a metà degli anni ’80 siamo pronti per un’altra rivoluzione nella musica dance.

Noi come Jaywork possiamo mettere disposizione la nostra esperienza in ambito musicale ed editoriale dando spazio a tutti gli aspiranti produttori che con arte e qualità vorranno provare a fare qualcosa di differente…. avanti con le nuove idee.. aspettiamo i vostri DEMO a office@jaywork.com