Per la musica è veramente un periodo molto particolare, nel momento in cui sembra tutto andare verso il web e la musica in formato liquido , ecco tornare alla ribalta CD e Vinili, per la prima volta in controtendenza rispetto agli ultimi anni, aumento della richiesta dei supporti fisici !
D:Side, label di Jaywork Music Group che propone techno, trance e new dream presenta la sua prima compilation su cd, “D:Side Dream Parade”
E’ una selezione da sogno di 16 tracce curata da Sammy Love con una bonus track firmata da Gianni Parrini. E’ un cd imperdibile per tutti gli appassionati della musica che ha fatto la storia. Perché la musica che ha fatto la storia è bella da ascoltare anche tramite un supporto, non solo in streaming. Il cd parte decisamente bene con Lamuh – “Phenix” in un remix edit a cura di Sammy Love & Enea Marchesini e si chiude appunto con “Celestial”, brano prodotto da Gianni Parrini e Ricky Galliano… nel mezzo, tanti brani da non perdere, ognuno con un ritmo appena un po’ diverso.
D:Side Dream Parade è perfetta per chiunque amici la musica che mentre fa ballare fa battere forte il cuore, in tutti i suoi colori.
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l’attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all’attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto “2Black” con la notissima “Waves of Luv”, che ricalca il grande successo del brano musicale “In alto mare” di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. “Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore”, spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
Un’altro argomento che negli ultimi anni ha creato tante discussioni e purtroppo tanta confusione sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista legale per la diffusione e l’uso di questi lavori.
Recentemente è aumentata esponenzialmente la possibilità tecnologica di lavorare e usare la musica e parti di essa nei modi più creativi e differenti e questo avvento della tecnologia ha preso in contropiede tutte le istituzioni storiche del governo della musica (Dalle Case Discografiche alle Società di Diritto D’Autore), che non sono riuscite ad arginare l’utilizzo di delle loro opere in maniera non ufficiale e autorizzata.
Ormai tutti gli appassionati di musica giovani e meno giovani sanno usare con facilità i programmi per creare e modificare brani per creare delle nuove tracce o stravolgere completamente quelle esistenti e l’avvento massiccio dei social anche a carattere musicale hanno permesso una diffusione di ogni tipo di lavoro anche (anzi quasi mai) non autorizzato dall’artista originale e dai proprietari del master stesso.
Tutto questo ha preso il via in maniera massiccia dall’arrivo della musica House e dalla metà degli anni ’80, infatti per la prima volta nella storia della musica in quegli anni venivano create tracce ex-novo partendo da campionamenti di brani vecchi o dall’utilizzo di voci esistenti , modificando completamente la tipologia ed il genere dei brani originali e, nella maggior parte delle volte, in piena PIRATERIA musicale, ovvero nessuno o pochissimi chiedevano il CLEARENCE (il permesso di utilizzare il campione originale), questo ha completamente stravolto le regole e tantissimi brani dell’epoca sono passati attraverso le Aule dei Tribunali per decidere chi doveva giovare dei proventi generati.
La Italo House dell’epoca è piena di esempi di questo tipo, dai Black Box con Ride on Time agli USURA con Open Your Mind, tanto per fare qualche esempio pratico.
Negli anni diciamo che la situazione è migliorata ed è stata maggiormente sottoposta a controllo infatti oggi le Case Discografiche degne di tale nome prima di far uscire una traccia contenente un campionamento preferiscono chiedere il permesso in anticipo.
Tutto questo per far capire che all’epoca venivano commercializzati ufficialmente dei brani che oggi sono considerati mashup o bootleg e che quindi non possono essere messi in vendita ma solo fatti circolare senza scopo di lucro.
Ma incominciamo a vedere nel dettaglio le differenze sostanziali:
REMIX
Il REMIX è un modo per dare al brano originale sonorità differenti per farlo conoscere in altri ambiti musicali.
Il REMIX viene solitamente commissionato dalla Label proprietaria del brano oppure direttamente dal produttore del brano stesso a DJ o produttori che si reputano interessanti per ampliare le Remix, possibilità di successo del brano.
Vengono fatti utilizzando alcune delle parti del brano originale , nel caso si tratti di una canzone solitamente viene utilizzata la parte vocale cambiandogli tutto l’arrangiamento, il REMIXER deve ricevere dal produttore tutte le parti, divise e prive di mastering, reputate interessanti per effettuare il lavoro.
Ogni tanto capita che un REMIX non autorizzato in precedenza ed inviato alla Casa Discografica del brano originale susciti interesse e venga pubblicato ufficialmente.
MASHUP
I MashUp hanno completamente cambiato il modo di proporre musica e di fare una serata all’interno dei locali e dei festival, ormai sono utilizzatissimi da tutti i DJ e ,alcuni creatori di mashup, sono divcntate delle vere e proprie star delle consolle avendo sfruttato al meglio questa opportunità tecnologica.
I geni assoluti del mashup made in Italy sono indubbiamente i Djs From Mars, il duo formato da Max Aqualuce e Luca Ventafunk, ma non si possono dimenticare RudeeJay, il gruppo DBMafia capitanati dal DJ Luke DB, Jack Mazzoni e per finire i For Minds con il mitico Sandro Murru assieme a Vincenzino, Umberto Balzanelli & Michelle.
Il MashUp si ottiene unendo due o più brani tra di loro sfuttandone le parti per creare un solo brano, solitamente vengono utilizzati parti di brani POP famosi insieme a parti strumentali di brani DANCE per rendere ballabili ed adatte ad ogni tipo di utilizzo canzoni che sarebbero difficilmente proponibili per il ballo. La cosa importante (a volte tralasciata da chi non conosce bene la musica) è che i brani utilizzati devono avere la stessa tonalità altrimenti il risultato diventa veramente fastidioso.
BOOTLEG
I bootleg sono bene o male sempre esistiti nella storia della musica, in passato erano dischi, stampati in maniera “pirata” e senza nessuna autorizzazione contenenti versioni inedite di brani oppure registrazioni live stampate e vendute senza che gli artisti originali ne sapessero nulla.
In ambito dance i primi BOOTLEG erano fatti in maniera molto semplice, solitamente veniva messa una base campionata sotto il brano originale.
A differenza dei MashUp, oggi i Bootleg sono dei remix non ufficiali di una traccia unica.
Sempre grazie alla tecnologia attualmente vengono fatti dei Bootleg che aggiungono all’originale non solo un semplice groove ma vanno anche a aggiungere parti di basso od altri strumenti all’arrangiamento.
MEDLEY
Per concludere chiariamo il concetto di MEDLEY.
Il MEDLEY nasce per unire in un unica traccia continuativa brani differenti dello stesso Artista o dello stesso Genere, il primo esempio che mi viene in mente è il Medley di “Capodanno” contenente una serie di brani Latino Americani in sequenza per il famosissimo DISCO SAMBA dei TWO MAN SOUND.
PENSATE CHE ANCHE NELL’EPOCA DI SPOTIFY IL “DISCO DEL TRENINO” risulta essere il più ascoltato nella prima notte dell’anno sul famoso portale di streaming.
Altri Medley famosi possono essere quello dei JIPSY KINGS e quello della colonna sonora di GREASE.
In tempi più recenti alcuni produttori, per vedere suonati i propri brani e avere un compenso dalla SIAE, producono inediti che poi vengono uniti a cover di brani famosi in modo da poter programmare sia il brano originale e conosciuto assieme alla propria creazione.
Solitamente questo metodo non ha molto di artistico ma viene usato per inserire nei bollettini di dichiarazione SIAE anche la propria opera che altrimenti in assenza del brano famoso non sarebbe stata programmata.
Per depositare correttamente un brano vi invito a leggere questo articolo
Perché ormai lo abbiamo capito, per fare il musicista / produttore, Oggi non basta più occuparsi dello Studio di Registrazione e di tutti i plug-in che possono servire a fare dei bellissimi brani, ma oggi bisogna essere multitasking.
Bisogna saper lavorare le tracce , bisogna saper promuovere il proprio lavoro , bisogna occuparsi della grafica per i social ed anche diventare registi per le proprie storie.
Un vero lavoraccio insomma
In questo articolo voglio segnalarvi alcuni siti ed alcuni TOOL utili per il produttore e per il DJ, sicuramente troverete qualcosa che vi può semplificare il lavoro e vi può fare risparmiare del tempo.
Cominciamo da questo TOOL che può servire a chi abitualmente mette le mani su brani esistenti facendo Bootleg o MashUp, infatti con questo programma potrete dividere la parte musicale di un brano da quella vocale.
Ogni giorno perdete un sacco di tempo per aggiornare tutti i vostri social ? La soluzione è questo fantastico TOOL dal quale potete gestire il tutto da una sola piattaforma.
Inizialmente nato per i Videogiochi questo Social di nuova generazione comincia a prendere piede anche in altri ambiti e molti musicisti cominciano a fare i propri video in diretta anche qui.
Attenzione perché potrebbe essere molto interessante per espandere la Fan Base.
Dedicata ai DJ professionisti questa imperdibile APP
Potete iscrivervi gratuitamente ed inserire tutti i vostri dati le vostre foto e il vostro calendario delle serate, inoltre i link con i vostri social. potete mettervi in contatto con migliaia di dj iscritti facendo promozione direttamente sulla APP dei vostri lavori.
Sicuramente la maggior parte di voi conosce già questo sito dove si possono scaricare brani originali ma dove si possono trovare MashUp e Bootleg anche di brani appena usciti.
Ormai insostituibile punto di riferimento per tutti i DJ.
Per chi invece vuole espandere il proprio lavoro utilizzando Spotify, eccovi un sito molto interessante per mettersi in contatto con i curatori delle Playlist.
Vuoi creare una foto profilo perfetta per ogni social ?
Se volete avere la foto Profilo perfetta in ogni Social, eccovi il sito che fa per voi. Il Profile Pic Maker è pronto per aiutarvi ad avere una immagine adeguata in ogni situazione Digitale.
Se non avete ancora il vostro logo , il logo della vostra Band o del vostro Studio di registrazione potete usare questo sito, non potrà sostituire il lavoro di un grafico professionista ma per iniziare può andare bene, soprattutto se volete al momento investire il vostro budget in altro modo.
Concludiamo questa serie di 10 TOOL utili per il DJ – Produttore con una piattaforma, anche scaricabile sul vostro computer, che vi permette di creare delle presentazioni video e gif animate delle vostre copertine aggiungendo effetti e musica. Semplice da usare ma molto utile.
Come creare la TUA Label, sicuramente se sei un produttore o hai intenzione di vivere e guadagnare con la tua musica ci stai pensando.
Una tua etichetta dove mettere le tue produzioni e inserire anche brani provenienti dai tuoi contatti che rispecchiano esattamente il tuo gusto musicale.
Potrai diventare uno scopritore di talenti e incominciare un percorso discografico completo.
Mai come in questo momento, in tantissimi ci stanno chiedendo informazioni su come aprire una etichetta discografica e su come effettuare correttamente tutti i passaggi senza trascurare nulla.
Partiamo dal principio dalla vecchia discografia, solamente qualche anno fa aprire una tua Etichetta era una cosa molto difficile se non impossibile e sicuramente destinata ad una élite di produttori.
Comunque si preferiva lavorare per dei “brand discografici” famosi in modo da migliorare il proprio curriculum.
Con l’arrivo della musica liquida / digitale questa situazione è decisamente cambiata a TUO favore.
Infatti oggi anche un artista o produttore può aprire la sua Label in maniera abbastanza semplice ed in tempi piuttosto brevi, ma questo percorso nasconde molte insidie e tante trappole.
Ma andiamo al sodo, come creare una tua Label e quali passi fare.
Prima di tutto devi pensare ad un nome che non sia già stato usato da altri (controlla sugli Stores) e che rispecchi il mood della tua musica e del tuo stile,.
La stessa cosa vale anche per il logo che deve essere chiaro e visualizzabile perfettamente anche a dimensioni molto piccole.
Per il confezionamento del logo professionale ti consigliamo di rivolgerti ad un grafico che abbia già avuto modo di progettare una immagine di questo tipo.
Attenzione : Del logo fatti preparare tutte le dimensioni utili per i vari usi sul web.
A questo punto hai il nome e il tuo logo.
Dopo il Come Creare la tua Label arriva il Come gestire la tua label:
Adesso passiamo alla parte più importante , quella musicale, devi avere già pronti alcuni brani per essere coperto con un certo numero di uscite.
Il mio consiglio è di essere piuttosto presente nel mercato con la tua nuova etichetta e di programmare una release alla settimana o al massimo ogni 15 giorni.
Non dimenticarti che per ogni release devi avere una grafica di copertina già pronta.
Fatte queste operazioni devi subito essere presente sui social aprendo la pagina Facebook ed il profilo Instagram, non dimenticarti il profilo su Soundcloud e il canale YouTube.
A tua discrezione gli altri social come TikTok, Switch etc etc.
Non trascuriamo la parte del Diritto D’Autore
Prima di pubblicare i tuoi brani devi sicuramente depositarli o in SIAE o SOUNDREEF per il diritto d’autore e per accertarti che le opere non vengano depositate da altri.
Per essere coperto e sicuro di recuperare tutti i proventi dovresti avere una tua Società Editoriale.
All’inizio questa operazione sarà troppo dispendiosa per te e quindi ti puoi appoggiare ad un Editore già operante sul mercato che, tenendo per se una quota ,ti girerà la parte rimanente.
Questi accordi chiaramente non possono essere solamente verbali ma devono essere sanciti da un contratto (ben fatto), puoi leggerti questo nostro interessante articolo sui contratti discografici.
Se intendi pubblicare nella tua etichetta anche brani di altri devi far firmare loro un contratto discografico ed editoriale.
Il contratto deve essere preparato ad hoc per la tua etichetta.
Annualmente fare i rendiconti agli artisti che hanno lavorato con te, cioè pagare a loro la quota stabilita (Royalties) sui brani che ti hanno dato in distribuzione.
Arriviamo al passo finale, devi decidere di aprire un contratto direttamente con un distributore digitale e scegliere quello più adatto al tuo tipo di musica.
Non ti sarà possibile caricare direttamente i tuoi brani sia su iTunes che su Spotify o Beatport ma devi avvalerti di un interfaccia chiamata AGGREGATORE come può essere Discology.
L’aggregatore farà questo lavoro per te mettendo i brani della tua etichetta su tutti i digital stores che accettano il genere da te proposto e chiaramente si tratterranno una parte del profitto generato.
Ricordati che facendo un contratto per pochi brani e per solo un etichetta la percentuale trattenuta sarà piuttosto alta.
Adesso la TUA Label è finalmente on line
Se hai fatto tutto il lavoro in modo corretto l’aggregatore digitale potrà confermare la tua etichetta e dare il via libera alle tue prime releases.
Tutto questo lavoro che hai fatto e che dovrai continuare a fare, si sommerà alla routine quotidiana.
Alla promozione, alla realizzazione di video o video lyrics, all’invio di newsletter (se disponi di una banca dati interessante).
Non puoi trascurare la creazione dei contenuti social e forse mi sono sicuramente dimenticato qualche cosa.
Ma esiste un metodo sicuramente più veloce e più redditizio.
Per semplificare tutto questo lavoro puoi creare una tua etichetta e farla distribuire da una Casa Discografica con Società Editoriale esistente.
In breve tempo potrai realizzare il tuo sogno di avere una tua Label e lasciare a te tutto il tempo per gestirla artisticamente.
Una società già operante sul mercato può far approvare in breve tempo la tua etichetta su tutti i portali.
Può garantirti una forma contrattuale corretta per i tuoi brani e per quelli dei tuoi artisti, recuperare per tuo conto tutti i diritti e fare al tuo posto la rendicontazione agli artisti.
Noi stiamo già facendo questo lavoro con moltissimi produttori che hanno voluto crearsi una propria “casa” musicale.
Possiamo affiancarti nella creazione della tua label partendo da zero e seguendoti passo dopo passo.
A questo punto non devi fare altro che iniziare questo percorso, incomincia a creare la tua prima etichetta e diventa un A&R !
Scrivici alla email office@jaywork.com per avere tutte le informazioni dettagliate per come Creare la TUA Label.
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Campionare, ossia utilizzare una registrazione di altri per realizzare un’opera differente, cioè il nostro brano è assolutamente vietato dalla legge.
Con l’esplosione della musica elettronica e di tutti i supporti ad essa collegati questo modo di “creare” brani nuovi è diventato comune, molti giovani produttori credono addirittura che sia consentito e non serva alcuna richiesta o licenza per attuare questa procedura e utilizzare i sample in modo corretto.
Questa mancanza di chiarezza e conoscenza può portare a delle gravissime conseguenze.
COME UTILIZZARE I SAMPLE IN MODO CORRETTO
Partiamo dall’inizio :
Chi realizza una registrazione, mettendoci il lavoro e i soldi necessari, ne è il produttore fonografico e ha vari diritti esclusivi sulla propria registrazione, tra cui quello di quello di riproduzione in copie e di elaborazione:
due diritti che vengono violati se includo una registrazione altrui nella mia. Inoltre molti trascurano che fare uso di campioni comporta l’uso di due cose diverse: a) da una parte, di una registrazione fonografica; b) dall’altra, se inclusa nel campione, di un’opera musicale (cioè del testo e/o della melodia) suonata nella registrazione. La logica del diritto d’autore è proprio quella di tutelare i creatori. Per essere in regola si dovrà ottenere un doppio permesso:
a) dall’editore musicale dell’opera (o direttamente dagli autori, se non c’è l’editore), quanto alla musica;
b) dal produttore fonografico, quanto alla registrazione (reperibile nei crediti del disco alla voce “P”).
Avere uno solo dei due permessi non consentirà di utilizzare ciò che non è stato autorizzato. E il rispetto dei diritti spettanti a tutti coloro che sono coinvolti è fondamentale: si dia rispetto per avere rispetto. Anche per consentire la sufficiente professionalità a chi lavora e investe nel settore.
Rischi sull’utilizzo dei Sample:
Sia responsabilità civili che penali. In sede civile, in particolare, si può rischiare una causa con richiesta di risarcimento danni, oltre a poter subire il ritiro del prodotto dal commercio (a spese del violatore). In sede penale vi sono come minimo sanzioni amministrative pecuniarie, oltre a possibili sanzioni detentive nei casi più gravi. Come visto sopra , nel caso di un sample avremo violazioni verso ben due categorie di soggetti: gli editori/autori e i produttori fonografici, a cui dovremo ripagare i danni e che potranno sporgere querela.
Come campionare legalmente:
Abbiamo due strade possibili per farlo in tutta legalità e tranquillità: a) ottenere il permesso, scritto, dai titolari dei diritti (contattandoli direttamente e trattando se, come e a quanto fare uso del campione; oppure può essere il caso delle librerie di campioni che vengono rilasciate al pubblico con licenze che permettono il sampling); b) usare solo materiale in pubblico dominio (ovvero: sono decorsi oltre 70 anni dalla prima pubblicazione della registrazione, per quanto riguarda il libero uso della registrazione; sono decorsi oltre 70 dalla morte dell’autore o dall’ultimo dei coautori, se sono più d’uno).
Siti con licenza Creative Commons:
Attenzione perché molti pensano che le licenze CC permettano libertà assoluta, ma non è così. Vi sono diverse licenze CC, bisogna leggere con attenzione quale è stata applicata dal titolare alla propria opera. In molti casi il titolare avrà permesso il libero utilizzo non commerciale: cioè se voi volete usare la musica altrui come campioni, ne fate un uso commerciale (anche se non ci guadagnate nulla in concreto!) e quindi vietato.
Si deve poi rispettare una serie di possibili altre condizioni, ad es. il dover sottoporre alla medesime condizioni di licenza CC il proprio remix! Insomma, la scelta di musica in CC non va fatta con superficialità.
Sì ma sono casi molto limitati e difficili da definire chiaramente, per cui è meglio non rischiare.
Tuttavia nel concreto si fa una valutazione caso per caso da parte del giudice in causa. Diventa molto difficile avere certezze a priori.
Rielaborare i sample:
Qualcuno potrebbe sempre riconoscere il campione, pur distorto rielaborato e filtrato e farvi causa. Oltretutto nella migliore delle ipotesi si potrà passarla liscia quanto alla riproduzione della registrazione, ma resta scoperto il profilo dei diritti d’autore (vedi la prima parte dell’articolo): tutti capiranno comunque che melodia o testo avete utilizzato, pur distorto al massimo. E non pensate sia così difficile capire se è stato campionato qualcosa: spesso basta una spettrografia per ottenere un confronto sufficiente tra due registrazioni e scovare il sample “rubato”.
Perché molti produttori utilizzano campionamenti in brani famosi:
Nella maggior parte dei casi in realtà il produttore ha preso accordi con i titolari, anche se la cosa non è molto reclamizzata. Altri invece hanno effettivamente violato i diritti altrui e il titolare ha lasciato correre, forse perché ritiene la cosa più una promozione che una violazione.
Altri ancora sono in finiti in causa, magari perdendola e dovendo pagare i danni (Michael Jackson, Rihanna,Jay Z, 50 cent, Kanye West, MC Hammer, e anche Madonna…).
COME UTILIZZARE I SAMPLE IN MODO CORRETTO
Si ricordi che qualsiasi eventuale tolleranza non comporta mai la rinuncia al diritto, per cui il titolare può sempre decidere di agire con voglia di giustizia.
Per concludere, affidatevi sempre ad una etichetta discografica con esperienza nel settore, prima di utilizzare campionamenti nei vostri brani chiedete sempre consiglio al vostro discografico ed editore. Questa semplice operazione può farvi risparmiare tanti problemi.
Ma cosa principale affidatevi a persone che conoscono la materia e non sono improvvisati.
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Le Playlist di Spotify, anche se provenite da un mondo analogico nel quale molti di noi ancora si riconoscono e dal quale non riescono a staccarsi del tutto, sono la nuova frontiera dell’utilizzo e dell’ascolto della musica in tutto il mondo.
Quindi se vi occupate di musica non potete evitarle o farne a meno.
Siamo passati da un mondo digitale terminato in maniera molto veloce, per ritrovarci proiettati senza esserne pienamente consapevoli, nel mondo liquido dove la materia non esiste più, dove la musica non è più possedere il Disco, la Cassetta, il Cd o il file MP3 acquistato legalmente, ma dove ascoltiamo la musica in ogni momento e in ogni dove il più delle volte dal telefono o dal tablet, abbiamo a disposizione milioni di brani in ogni istante e non abbiamo più bisogno di possedere nulla.
É come avere l’auto in car sharing e la bicicletta in bike sharing e così via, Il futuro sarà quello dell’avere tutto in prestito senza possedere più nulla ?
Come possiamo “FARE” La Musica e vivere facendo gli artisti, i produttori e i discografici?
La cosa più importante in questo momento è rendersi conto che per crearsi una base e per riuscire a lavorare non possiamo abbandonare nessuna strada, quindi come dicevamo in un precedente articolo , facciamo attenzione al fenomeno di ritorno del vinile ma non dimentichiamoci di guardare avanti, di andare a stuzzicare quelle persone completamente digitali, ed eccoci a parlare dei portali di Streaming : Spotify , Deezer e includiamo anche YouTube che ormai viene anche utilizzato come piattaforma per ascoltare musica.
Da artisti è molto importante capire che una volta bastava che alcune radio passassero la nostra creazione ed il gioco era quasi fatto, adesso le trasmissioni radio sono state sostituite dalle playlist e i DJs sono stati soppiantati da Programmatori di queste Playlist, tanti più followers ha una playlist tanto più potere ha il programmatore che la redige.
Se non lo avete ancora fatto cominciate a prendere confidenza con i nuovi supporti.
Per prima cosa create il vostro profilo artista su Spotify
mettendo tutti i vostri contatti social, la vostra BIO (in Inglese) e i vostri concerti o serate e tutto quello che vi riguarda.
Fate delle playlist di Spotify che comprendano i vostri brani e completatele con tutto quello che vi piace e vi rappresenta musicalmente, i vostri artisti di riferimento e le canzoni che più vi piacciono.
Il segreto per una buona Playlist è quello di essere costantemente aggiornata , sia con i vostri nuovi brani sia con le nuove uscite. I followers della vostra Playlist saranno avvisati ogni volta che aggiungete un brano e quindi l’interazione sarà rapportata a quanto e come voi lavorerete sulla vostra playlist, infine condividetela costantemente su tutti i vostri social.
Cercate di interagire con altri artisti con i quali scambierete dei brani nelle rispettive selezioni, questo può allargare la vostra e la sua platea, convincete i vostri amici ad aggiungere il vostro brano nei loro ascolti preferiti, allargate il più possibile il vostro bacino di ascoltatori.
Cominciate a controllare le playlist di Spotify del vostro genere musicale cercando di individuare le più importanti cercando di contattare chi le realizza (il cui nome corretto è “curatori” e speriamo aiutino la musica a guarire).
Fate ricerche incrociate con i social e i vari siti web.
Trovate email e contatti di chi si occupa delle playlist, provate a mandare a queste persone la vostra musica, come già detto una volta lo si faceva con le radio oggi usate questo mezzo, sicuramente questo implica l’impegno di tanto tempo per arrivare ad ottenere risultati.
Questo servizio che vi mette in contatto con i curatori delle playlist può essere utile : https://www.submithub.com
Come ci è già capitato di dire in precedenti articoli, oggi l’artista deve essere anche molto più social ed informato di una volta, deve prendere possesso della propria arte e cercare di proporla il più possibile, ormai non ci si può più nascondere dietro alla casa discografica , che deve ugualmente fare il proprio lavoro in modo corretto, oggi ci si deve mettere la faccia per uscire dall’anonimato, fare musica e portarla in ogni casa facendo il “porta a porta” se serve.
Tante volte capita che un produttore si faccia pubblicare un brano od un album dalla casa discografica e crede che il suo lavoro sia finito, “adesso ci pensano altre persone” non è più così.
Quando il vostro brano viene pubblicato siete solamente all’inizio, se siete veramente convinti di aver fatto un buon lavoro metteteci la faccia, uscite dal vostro studio e cercate di interagire all’esterno, sui social e sulle piattaforme di streaming.
Buon lavoro e non dimenticate di inserire i nostri brani nella vostra Playlist 🙂
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Musica Dance … Dove Stiamo Andando ? Che sia un periodo di grandissime incertezze nell’ambito della Musica Dance è evidente… forse siamo davanti alla classica crisi di mezza età (dalla disco anni ’70 e dalla Febbre del Sabato Sera ad oggi sono passati più o meno 40 anni).
Le classifiche internazionali indicano sempre più che la Musica Dance ha perso la sua identità. Nata per i club e per le disco la Musica Dance si è trasformata in musica pop pre-confezionata, con tempi e suoni da rispettare per essere fruibile nei 30 secondi di ascolto medio di un brano su Spotify (che disastro… Quanto sono lontani i tempi di quelle splendide versioni Extended.. Oggi una Versione Mix dura 3 Minuti).
Questa sorta di Pop/dance pur essendo ben fatta e con artisti di spessore internazionale a fare featuring a più non posso, non riesce più ad accendere i cuori dei clubbers.
Ultimo artista ad emozionare veramente è stato il compianto Avicii uno che, sicuramente, non ha avuto paura di rischiare sperimentare e cambiare le carte in tavola.
Nel passato netta era la differenza tra musica pop trasmessa dalle radio e la Musica Dance che aveva il suo spazio all’interno dei locali, adesso questa differenza non esiste più. Inoltre gli stessi locali si differenziavano proponendo generi diversi tra loro, riuscendo così avere identità uniche che accontentavano un pubblico dai più svariati gusti musicali.
Oggi purtroppo la personalizzazione è diventata impossibile, dai bar alle gelaterie passando per le feste di piazza fino ai locali da ballo la musica programmata è al 90% identica, si differenzia unicamente per l‘uso di bootleg/mashup. Per fare un esempio, tutti suonano Amore & Capoeira ma il drop musicale di uscita dal ritornello pop è differente….quindi alla fine dei conti il risultato non cambia .. ovunque sentiamo le stesse cose condite con salse differenti. Ormai le serate sono un contenitore unico di grandi successi che partono dal tanto bistrattato Reggaeton arrivando ai pochi successi mainstream attuali passando sempre e comunque dai grandi brani 90/2000, per assurdo L’Amour Toujour sta avendo più successo oggi che all’epoca della sua uscita.
Analizzando questa cosa dal punto di vista del produttore indipendente e non legato a Major, impossibilitato ad usare Voci di cantanti famosi a livello mondiale, la strada si fa difficile.
Dal mio punto di vista “il piccolo rappresenta il nuovo grande” ovvero la ricerca deve essere fatta nelle nicchie di mercato cercando di specializzarsi in un genere magari non mainstream ma che permetta di sperimentare senza inseguire forzatamente il successo del momento. Non avendo a disposizione la voce di Rihanna oppure di Ed Sheeran fare un cantato che trovi la sua collocazione diventa quasi impossibile. Gli spazi nelle radio e nei network sono già occupati dai soliti noti e rimangono solamente piccoli spazi dove poter proporre musica dance e farsi conoscere. Cercate quindi la vostra identità in un genere di nicchia cercando di diventare importanti all’interno di quel settore, ci sono produttori che riescono a generare molto interesse sugli store digitali e quindi successivamente ad avere un buon riscontro anche nei live dj set lavorando negli angoli poco illuminati della musica e dove le Major non sono ancora arrivate a metter le loro mani usate per centralizzare gli ascolti ed i download.
All’inizio dell’era internet sembrava che la democrazia del web avesse dato la possibilità a tutti di farsi conoscere e a tutti di guadagnare producendo musica, in parte questo è vero e se siete bravi e fortunati potete essere ancora notati, ma purtroppo la finta democrazia del web ha fatto si che i grandi colossi riuscissero a convogliare numeri incredibili soffocando quasi completamente gli indipendenti. Questi colossi che generano musica e gestiscono playlist sugli stores di streaming di fatto si comportano come i grandi centri commerciali che lavorano schiacciando il piccolo negoziante .. qui torniamo al discorso di prima .. il piccolo negoziante per vivere deve trovare uno spazio nella specializzazione e nella super professionalità.
Per concludere, stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti anche a livello musicale dove i gusti delle masse sono sempre più controllati ma attenzione, perché di solito sono proprio questi i momenti in cui nasce qualcosa di diverso .. il sentore è che ci sia la voglia di sentire qualcosa di nuovo e non omologato e sempre più persone cercano la loro identità musicale…. sono i nuovi produttori , quelli più giovani che dovranno rispondere a queste nuove richieste del mercato fuggendo dai cliché.
I grandi cambiamenti partono dal basso e come negli anni della nascita della musica House a metà degli anni ’80 siamo pronti per un’altra rivoluzione nella musica dance.
Noi come Jaywork possiamo mettere disposizione la nostra esperienza in ambito musicale ed editoriale dando spazio a tutti gli aspiranti produttori che con arte e qualità vorranno provare a fare qualcosa di differente…. avanti con le nuove idee.. aspettiamo i vostri DEMO a office@jaywork.com
Ciao a tutti, in molti mi avete richiesto di parlare in maniera dettagliata del CONTRATTO DISCOGRAFICO.
Quando trovate l’accordo con una Etichetta Discografica solitamente vi vengono richiesti una serie di dati personali: NOME – COGNOME – NATO A – IL – RESIDENTE – CODICE FISCALE – NUMERO ISCRIZIONE SIAE – EMAIL – TELEFONO.
Consiglio Numero 1 : Diffidate di una Casa Discografica che non vi sottopone un contratto da Firmare.
Con questi dati vi verranno preparati due contratti; IL CONTRATTO MASTER e IL CONTRATTO EDITORIALE.
CONTRATTO EDITORIALE: viene fatto in caso voi siate gli Autori / Compositori del brano, e serve per la cessione delle quote editoriali alla Casa Editrice che si occupa della pubblicazione del vostro progetto. Solitamente la parte editoriale è del 50% ossia 12/24.
Prima di tutto chiariamo cosa è un MASTER. MASTER è la registrazione completa della Vostra Opera pronta per essere commercializzata su tutti i supporti Digitali o Fisici. Con il contratto sul Master il produttore cede il diritto di proprietà del prodotto finito e realizzato a proprie spese alla casa discografica.
Per il CONTRATTO DISCOGRAFICO invece possiamo cominciare l’analisi dal primo punto, infatti, può essere stipulato principalmente in due modi: Cessione Master o Licenza Master;
Per il primo caso Voi Cedete il Master alla casa discografica che ne terrà i diritti definitivamente, la cosa più importante che questo vi mette anche nella condizione che il vostro brano sarà sempre e comunque rilavorato e ripubblicato anche in anni successivi alla prima uscita della Label. In questo modo voi potete continuare ad incassare (poco o tanto dipende dal valore del brano) anche anni dopo la stipula del contratto e fino alla data di termine dello stesso.
La Licenza Master invece è fatta nel caso che voi vogliate ritornare in possesso del Master del brano dopo un periodo prefissato , solitamente 10 Anni. Questo sistema è sicuramente più complicato e le etichette cercano di evitarlo. Infatti dopo 10 anni sarebbero costrette a richiedere il Takedown del brano da tutti i portali digitali, e questo non è sempre semplice. Inoltre VI costringe a cercare una nuova opportunità di pubblicazione del brano altrimenti sparirebbe completamente dal mercato.
Consiglio numero 2 : Fate un contratto di cessione di master con una buona casa discografica che sfrutti al meglio il proprio repertorio.
Solitamente nel contratto discografico c’è la clausola che mette sotto contratto anche il NOME ARTISTA nel caso fosse il vostro nome e cognome non avrete molti problemi a liberarlo, cosa più difficile nel caso usiate uno pseudonimo, alcuni contratti prevedono la cessione alla Label dello pseudonimo, altri più frequentemente mettono l’obbligo di avere un FOLLOW UP oppure un ALBUM. Sta a voi decidere in che modo legarvi ad una label.
Consiglio numero 3 : Evitate la cessione completa del nome artista ma accettate l’obbligo del Follow Up, questo invoglierà la Casa Discografica ad una maggiore attenzione alla promozione del vostro nome per un vantaggio reciproco.
Una parte molto importante è quella che parla dell’uso di parti non originali, di Sample o di parti provenienti da altri brani. In quella clausola dichiarate che tutte le parti utilizzate nel vostro brano sono di vostra proprietà e creazione e ve ne assumete completamente la responsabilità. Questo vuol dire che se avete campionato una parte di un’altro brano e non ne avete richiesto il permesso la casa discografica può richiedere a voi i danni di una eventuale causa ricevuta dalla parte proprietaria del brano campionato.
Consiglio numero 4 : Prima di firmare questa clausola siate certi di avere tutti i diritti sul vostro brano, in caso contrario parlatene prima con la vostra casa discografica che saprà consigliarvi al meglio.
Nel CONTRATTO DISCOGRAFICO la label può chiedervi di avere tutte le parti del vostro brano per farne dei remix, quindi cercate sempre di tenere nel vostro hard disk tutte le varie parti della lavorazione.
Affrontiamo anche la parte economica del contratto, in epoca “digitale” e con uno sfruttamento quasi totalmente proveniente dai download e dagli streaming i contratti nella quasi totalità hanno lo standard del 50%. Quindi dividerete esattamente a metà CON LA VOSTRA LABEL quello che il brano genera.
Non fate i conti prendendo ad esempio il costo del download, infatti in quella cifra comprende anche le varie tassazioni dei paesi (I.V.A.) e la parte editoriale che viene rendicontata alla società di collecting del paese dove è avvenuto l’acquisto (In Italia la S.I.A.E.). Inoltre i portali di vendita trattengono una percentuale, questo porta che per ogni Euro proveniente dall’acquisto del brano rimangono circa 60 Centesimi che verranno mandati alla vostra etichetta ed a voi ne verranno mandati circa 30 Centesimi.
CHIARAMENTE QUESTO E’ UN CONTO MOLTO APPROSSIMATIVO
Sulla vendita del “FISICO” ; CD, VINILI , CASSETTE ed altri supporti materiali, il discorso mediamente parte sempre da un 50% a testa ma verrà considerato solamente il 90% di quello che effettivamente ha generato il brano, questo perchè ci possono essere dei resi provenienti dai magazzini e dai negozi e quel 10% non rendicontato serve a questo scopo.
Per quanto riguarda le eventuali “LICENZE A TERZI” ossia lo sfruttamento da parte di altre case discografiche del vostro brano per esempio in una compilation, oppure una licenza all’estero, anche in questo caso il giusto accordo è del 50%.
Tenete conto che il dettaglio delle vendite “RENDICONTO” viene fatto una volta all’anno e che i pagamenti vengono solitamente fatti al raggiungimento di una cifra minima solitamente di 50 Euro ma che può variare in base alle differenti etichette discografiche.
Consiglio numero 5 : Fate molta attenzione nel caso le percentuali proposte si discostino di molto da quelle che ho indicato.
Per concludere, leggete attentamente ogni contratto discografico che vi viene sottoposto, non abbiate timore di chiedere spiegazioni nel caso dei punti non vi fossero chiari e firmate solamente quando siete convinti di quello che state facendo.
Se avete dei dubbi in merito contattateci alla nostra email : office@jaywork.com