In questo articolo nel nostro super dedicato a tutti produttori, musicisti e dj parliamo di come produrre un video lyrics con poco budget a disposizione.
Come produrre un video lyrics
Se non siete degli smanettoni di programmi per la creazione di video oppure semplicemente volete dedicare il vostro tempo alla musica ed alla promozione dei vostri brani, sicuramente siete alla ricerca di risolvere il problema del video.
Oggi è importante essere presenti su YouTube con la propria traccia, infatti YouTube è ancora il mezzo più utilizzato per ascoltare gratuitamente musica in tutto il mondo e questa tendenza non sembra arrestarsi nonostante la concorrenza di tantissimi competitor sul mercato.
Produrre un video Lyrics con poco budget
Se Fare un Video Clip vuol dire investire un capitale importante e non sempre si è nella possibilità di avere a disposizione la somma che serve per fare un buon lavoro.
Quindi bisogna attivarsi e adesso vi spieghiamo come produrre un video lyrics con poco budget a disposizione.
Poco Budget e poco tempo a disposizione, il problema oggi sostanzialmente è sempre quello.
Nella musica usa e getta di questo periodo il bisogno di sfornare continuamente nuove releases per rimanere sul mercato coi pone davanti ad alcune scelte importanti.
Per fare un video lyrics in poco tempo e con costi sostenibili il metodo più veloce è quello di rivolgersi a Fiverr , una piattaforma veramente incredibile.
Iscrivetevi a Fiverr e cominciate a navigare all’interno di questa piattaforma.
Produrre un video Lyrics con poco budget con fiverr
Potete connettervi con artisti di ogni genere provenienti da ogni parte del mondo che mettono a disposizione le loro capacità e le loro professionalità.
Chiaramente su Fiverr potete scegliere tra centinaia di proposte con stili e costi differenti, andate a vedere i lavori che più vi piacciono e poi contattate il venditore.
Come produrre un video lyrics con poco budget:
Su Fiverr sono tutti molto professionali e le tempistiche sempre rispettate.
Potete pagare direttamente con PayPal e Fiverr in automatico si tratterrà la percentuale che gli spetta.
Al termine del lavoro non dimenticate di dare una piccola mancia a chi vi ha fornito il servizio, questa cosa può creare un ottimo rapporto di collaborazione per lavori successivi.
Noi possiamo consigliarvi questo Artista con il quale collaboriamo da tempo per i nostri Video Lyrics: https://www.fiverr.com/lyric_video
Ma sicuramente cercando tra le centinaia di proposte troverete qualcuno che attirerà la vostra attenzione.
Quindi non perdete altro tempo e non perdete l’occasione per avere assieme al vostro brano un video lyrics degno di questo nome.
Quattro chiacchiere con Riccardo Cioni DJ in vista dell’uscita del Remix Ufficiale del suo grande successo IN AMERICA del 1982.
Con grandissimo piacere ospitiamo lo storico DJ Riccardo Cioni all’interno del nostro BLOG, per far conoscere ai più giovani uno dei personaggi storici dei Club Italiani e Internazionali e per far ricordare ai più grandi il mondo e le sonorità degli Anni ’80.
Facendoci raccontare la storia da uno dei padrini dell’Italo Dance.
Quattro Chiacchiere con Riccardo Cioni DJ
Prima di cominciare la breve intervista vi invitiamo a riguardare con occhi nostalgici il video di In America con Riccardo ospite a Discoring.
Ma iniziamo le Quattro Chiacchiere con Riccardo Cioni DJ :
Sei stato uno dei pionieri Italiani della professione del DJ, ci racconti quali sono state le difficoltà ad iniziare un lavoro così strano per l’epoca ?
Quando inizi una professione nuova che nessuno conosce la difficoltà è farla conoscere.
Quando ho iniziato, nei locali la musica la facevano le orchestre e i gestori non avevano idea di quello che un dee jay potesse fare, erano convinti che il pubblico non volesse ballare con la musica riprodotta dai dischi.
Nel 1975 era da poco nata l’Associazione Italiana Disc Jockey AID, che con la collaborazione delle case discografiche, regalava ai gestori dei pacchi promozionali di dischi. Questo ha contribuito a promuovere il D.J. al quale facevano mettere la musica durante la pausa dell’orchestra.
Il pubblico apprezzava molto e i gestori dettero sempre più spazio ai dee jay .
Riccardo Cioni – In America
Domanda che ti faccio per raccontare ai più giovani quali erano le tecnologie del tempo.. con quali piatti e mixer hai iniziato a lavorare e come è stato il tuo passaggio al digitale prima con i cd e poi con mp3 oppure continui a preferire il vinile ?
I miei primi giradischi sono stati Lenco, il mixer era artigianale con due cursori quando abbassavi uno potevi alzare l’altro, il tutto montato sulla consolle Montarbo, roba da Preistoria vista da oggi ma allora era il futuro.
Con il passare dei mesi l’industria mise sul mercato attrezzature più moderne e i piatti più acquistati dai D.J. furono i Technics 1200 MK2.
Nel 2000 con l’avvento dei CD ci sono stai dei benefici concreti, uno per tutti, poter portare tantissima musica con un peso contenuto.
Niente più bauli pesantissimi ma cofanetti e raccoglitori.
Con il digitale per il DJ è stata una vera rivoluzione, io ho scelto di lavorare con la consolle con 2/3 lettori CD con funzione vinile. Altri hanno optato per computer e pennette.
Nei primi anni ’80 hai contribuito al successo della Italo dance nel mondo , come è arrivato il successo e come lo hai vissuto e gestito ?
Quando nel 1978 ho iniziato a fare produzioni discografiche avevo tantissima passione. Essendo un musicista ho coinvolto i miei colleghi musicisti livornesi bravissimi e una vera miniera di idee. Fra tante produzioni quella che ha avuto più successo è stata “In America” 1982, un successo internazionale ai vertici delle classifiche di mezzo mondo. Questo brano ha un sound magico che non ha tempo. Quando ancora si potevano fare le serate tutte le volte mi chiedevano In America.
Riccardo Cioni CD
Come per tutti gli artisti dopo i momenti di grande successo arriva anche una flessione data dai cambiamenti dei gusti degli ascoltatori, tu come sei riuscito a lavorare per tanti anni in un mondo così difficile ?
Si dice che chi fa il lavoro che ama non lavora mai un giorno in vita sua. Il primo ingrediente per fare il DJ è la passione per la musica e almeno conoscerne le basi. Come tutte le professioni artistiche quello che fa la differenza è il talento, quel quid che ti differenzia dagli altri e che ti fa preferire dal pubblico.
Se poi hai anche un buon ufficio stampa allora sei a cavallo.
Si esauriscono qui le Quattro Chiacchiere con Riccardo Cioni DJ, ricordando che dall’11 Dicembre 2020 sarà disponibile su tutti i Digital Stores il remix Ufficiale di In America prodotto da Luca Peruzzi & Matteo Sala per Jaywork Music.
Quando e perché utilizzare un ghost producer per entrare nel mondo della musica.
Inutile girarci tanto attorno, il discorso del Ghost producer e del quando utilizzare il Ghost Producer crea (in Italia) sempre polemica e tante volte imbarazzo da parte di chi lo utilizza.
Ma prima di proseguire facciamo chiarezza su chi è il Ghost producer e come Wikipedia lo definisce :
Ghost producer, letteralmente il “produttore fantasma” che compone un brano musicale, seguendo precise indicazioni.
Ma anche il proprio gusto personale, per poi cederlo (dietro pagamento) ad altri, che lo pubblicano col proprio nome.
Un procedimento analogo a quello dei cantanti turnisti, ingaggiati per prestare la propria voce ad un brano che non li vedrà come interpreti pubblicamente, o a quello dei session man
“musicisti assunti per suonare in un preciso progetto musicale oppure, su commissione, in appoggio ad un artista o gruppo musicale di cui non sono membri stabili” (da Wikipedia).
Quando e perché utilizzare un Ghost Producer
Possiamo capire facilmente che il mestiere del Ghost producer è antico quanto la musica.
Nessuno deve trovarci qualcosa di sbagliato nell’avvalersi di una persona esperta che si mette a disposizione per permettere di entrare a far parte del mondo della produzione musicale in maniera professionale.
Ma vediamo quando e perché utilizzare un Ghost producer e come farlo in maniera corretta.
Se sei un giovane produttore e continui ad inviare le tue tracce demo alle etichette discografiche ma queste non ti rispondono.
Ti dicono che i tuoi brani sono ancora “immaturi” oppure non sono ad un livello tale da poterli pubblicare ?
Direi che per cominciare la tua avventura discografica sarebbe efficace contattare un Ghost Producer.
Tante volte si perde un sacco di tempo per cercare di creare in studio delle cose che invece sarebbero molto più semplici se lavorate con un professionista affermato.
Soprattutto all’inizio di una carriera “acquistare” brani fatti da altri per poi evolversi anche a livello produttivo può essere una scorciatoia.
Chi meglio di un esperto “producer” può essere in grado di aiutarvi a mettere sullo schermo prima e sul mercato poi le vostre idee rendendole interessanti per gli stores.
Fareste uscire la vostra release “stonata” perché vi intestardite a voler cantare o suonare, oppure “non mixata e finalizzata” solamente perché volete fare tutto da soli ?
Ghost producer
Pensate che già negli anni ’70 molti musicisti famosi producevano musica “disco” ma poi si nascondevano dietro pseudonimi per non comparire.
Per paragonarlo al cinema direi che è come utilizzare una controfigura od uno Stuntman per le scene pericolose, voi che dite ?
Gruppi come i Boney M , i Milli Vanilli e gli stessi Village People nascono come coperture per i produttori che stavano dietro le quinte.
Dietro a personaggi come Dan Harrow e Joe Yellow ed a tantissimi personaggi della famosa ondata Italo Disco ci sono turnisti pagati per cantare e creare i brani di successo.
Per farla breve, come dicevamo prima, da sempre la musica si avvale di “ghost producer”
Oggi per sfondare o per entrare nel mondo dei produttori discografici ci si può affiancare a questi personaggi che non amano mettersi in mostra.
Questi Ghost producer possono fare per voi un lavoro molto efficace.
Per prima cosa bisogna avere ben chiaro il genere nel quale volete cimentarvi.
Poi cominciare ad informarvi su chi o quale studio potrebbe essere adatto per costruire addosso al vostro personaggio il brano giusto.
Chiaramente bisogna anche pensare al budget, infatti avvalersi di un buon produttore non è sempre una soluzione molto economica,
Oggi sul web potete trovare delle ottime alternative per iniziare a fare il produttore senza farvi spennare.
Avvalersi di un servizio di Ghost production non vi impedisce di “firmare” come autore/compositore il brano,.
Inoltre ci sono servizi che oltre alla vendita di un brano fatto su misura per voi vi trovano anche una etichetta pronta a pubblicare il brano stesso o a crearvi una carriera ed una label tutta vostra.
In poche parole, potete iniziare così la vostra storia nella musica, sviluppando assieme ad altri professionisti le vostre idee
Nel frattempo potete migliorare e cercare di diventare voi stessi i produttori materiali dei vostri brani e con il tempo potrete rinunciare ad un Ghost Producer.
Ghost Production
Intanto per farvi un idea vi lasciamo un piccolo elenco dei siti più interessanti:
Come creare la TUA Label, sicuramente se sei un produttore o hai intenzione di vivere e guadagnare con la tua musica ci stai pensando.
Una tua etichetta dove mettere le tue produzioni e inserire anche brani provenienti dai tuoi contatti che rispecchiano esattamente il tuo gusto musicale.
Potrai diventare uno scopritore di talenti e incominciare un percorso discografico completo.
Mai come in questo momento, in tantissimi ci stanno chiedendo informazioni su come aprire una etichetta discografica e su come effettuare correttamente tutti i passaggi senza trascurare nulla.
Partiamo dal principio dalla vecchia discografia, solamente qualche anno fa aprire una tua Etichetta era una cosa molto difficile se non impossibile e sicuramente destinata ad una élite di produttori.
Comunque si preferiva lavorare per dei “brand discografici” famosi in modo da migliorare il proprio curriculum.
Con l’arrivo della musica liquida / digitale questa situazione è decisamente cambiata a TUO favore.
Infatti oggi anche un artista o produttore può aprire la sua Label in maniera abbastanza semplice ed in tempi piuttosto brevi, ma questo percorso nasconde molte insidie e tante trappole.
Come creare una tua label
Ma andiamo al sodo, come creare una tua Label e quali passi fare.
Prima di tutto devi pensare ad un nome che non sia già stato usato da altri (controlla sugli Stores) e che rispecchi il mood della tua musica e del tuo stile,.
La stessa cosa vale anche per il logo che deve essere chiaro e visualizzabile perfettamente anche a dimensioni molto piccole.
Per il confezionamento del logo professionale ti consigliamo di rivolgerti ad un grafico che abbia già avuto modo di progettare una immagine di questo tipo.
Attenzione : Del logo fatti preparare tutte le dimensioni utili per i vari usi sul web.
A questo punto hai il nome e il tuo logo.
Gestire una etichetta
Dopo il Come Creare la tua Label arriva il Come gestire la tua label:
Adesso passiamo alla parte più importante , quella musicale, devi avere già pronti alcuni brani per essere coperto con un certo numero di uscite.
Il mio consiglio è di essere piuttosto presente nel mercato con la tua nuova etichetta e di programmare una release alla settimana o al massimo ogni 15 giorni.
Non dimenticarti che per ogni release devi avere una grafica di copertina già pronta.
Fatte queste operazioni devi subito essere presente sui social aprendo la pagina Facebook ed il profilo Instagram, non dimenticarti il profilo su Soundcloud e il canale YouTube.
A tua discrezione gli altri social come TikTok, Switch etc etc.
Come promuovere la tua Label
Non trascuriamo la parte del Diritto D’Autore
Prima di pubblicare i tuoi brani devi sicuramente depositarli o in SIAE o SOUNDREEF per il diritto d’autore e per accertarti che le opere non vengano depositate da altri.
Per essere coperto e sicuro di recuperare tutti i proventi dovresti avere una tua Società Editoriale.
All’inizio questa operazione sarà troppo dispendiosa per te e quindi ti puoi appoggiare ad un Editore già operante sul mercato che, tenendo per se una quota ,ti girerà la parte rimanente.
Questi accordi chiaramente non possono essere solamente verbali ma devono essere sanciti da un contratto (ben fatto), puoi leggerti questo nostro interessante articolo sui contratti discografici.
Se intendi pubblicare nella tua etichetta anche brani di altri devi far firmare loro un contratto discografico ed editoriale.
Il contratto deve essere preparato ad hoc per la tua etichetta.
Annualmente fare i rendiconti agli artisti che hanno lavorato con te, cioè pagare a loro la quota stabilita (Royalties) sui brani che ti hanno dato in distribuzione.
Arriviamo al passo finale, devi decidere di aprire un contratto direttamente con un distributore digitale e scegliere quello più adatto al tuo tipo di musica.
Non ti sarà possibile caricare direttamente i tuoi brani sia su iTunes che su Spotify o Beatport ma devi avvalerti di un interfaccia chiamata AGGREGATORE come può essere Discology.
L’aggregatore farà questo lavoro per te mettendo i brani della tua etichetta su tutti i digital stores che accettano il genere da te proposto e chiaramente si tratterranno una parte del profitto generato.
Ricordati che facendo un contratto per pochi brani e per solo un etichetta la percentuale trattenuta sarà piuttosto alta.
Creare una label da zero
Adesso la TUA Label è finalmente on line
Se hai fatto tutto il lavoro in modo corretto l’aggregatore digitale potrà confermare la tua etichetta e dare il via libera alle tue prime releases.
Tutto questo lavoro che hai fatto e che dovrai continuare a fare, si sommerà alla routine quotidiana.
Alla promozione, alla realizzazione di video o video lyrics, all’invio di newsletter (se disponi di una banca dati interessante).
Non puoi trascurare la creazione dei contenuti social e forse mi sono sicuramente dimenticato qualche cosa.
Ma esiste un metodo sicuramente più veloce e più redditizio.
Per semplificare tutto questo lavoro puoi creare una tua etichetta e farla distribuire da una Casa Discografica con Società Editoriale esistente.
In breve tempo potrai realizzare il tuo sogno di avere una tua Label e lasciare a te tutto il tempo per gestirla artisticamente.
Una società già operante sul mercato può far approvare in breve tempo la tua etichetta su tutti i portali.
Può garantirti una forma contrattuale corretta per i tuoi brani e per quelli dei tuoi artisti, recuperare per tuo conto tutti i diritti e fare al tuo posto la rendicontazione agli artisti.
Noi stiamo già facendo questo lavoro con moltissimi produttori che hanno voluto crearsi una propria “casa” musicale.
Possiamo affiancarti nella creazione della tua label partendo da zero e seguendoti passo dopo passo.
A questo punto non devi fare altro che iniziare questo percorso, incomincia a creare la tua prima etichetta e diventa un A&R !
Scrivici alla email office@jaywork.com per avere tutte le informazioni dettagliate per come Creare la TUA Label.
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Come Esibirsi in Regola è la cosa più importante per chi effettua una qualsiasi esibizione in pubblico e diviene automaticamente un lavoratore.
Non date peso alle voci che per svariati motivi dicono che potete essere sollevati dal pagare la vostra agibilità.
Quindi ogni volta che vi esibite ricordate che state svolgendo una attività lavorativa che deve essere regolamentata sia fiscalmente che a livello previdenziale.
Come esibirsi in regola, Cominciamo a capirci qualcosa di più:
L’agibilità :
E’ il documento che certifica che per la prestazione artistica effettuata il datore di lavoro verserà i contributi .
Il documento di Agibilità non ha un costo fisso ma varia in percentuale al cachet percepito (La quota esatta è il 33% e quindi se ci sono cooperative o associazioni che vi garantiscono “agibilità ex ENPALS a costo fisso indipendentemente da quanto si fattura” probabilmente NON OPERANO CORRETTAMENTE).
Chi è il datore di lavoro ?
1) Il proprietario del Locale o l’organizzatore dell’evento che sono tenuti a garantire la corretta copertura assicurativa e previdenziale.
2) L’artista che ha una sua partita IVA ed emetta regolare fattura (garantendo egli stesso il pagamento dell’agibilità).
3) L’artista è iscritto ad una Cooperativa che in quel caso è il datore di lavoro. (NOI VI SEGNALIAMO LA NRG COOP)
Come esibirsi in regola senza pagare INPS Gestione Ex ENPALS.
Ci sono solo 4 ragioni per lavorare davanti ad un pubblico senza l’obbligo di versare l’agibilità:
a) State versando un’altro tipo di contributi (avete un lavoro fuori dal campo artistico) e state già versando i contributi nella giornata in qui vi esibite.
b) Siete Studenti e non avete ancora compiuto 25 Anni.
c) Siete Pensionati ed avete superato i 65 Anni.
d) Avete meno di 18 anni.
Tutte queste ragioni sono valide a patto che suoniate musica dal vivo e non superiate il reddito annuale di 5.000€ dal lavoro Artistico che svolgete, se li superate e rientrate in una delle categorie sopra citate in tal caso siete costretti a pagare ugualmente il compenso tramite Agibilità ed a versare i relativi contributi.
Nel caso siate un DJ e non suonate dal vivo con strumenti musicali siete sempre (SEMPRE) obbligati ad aprire l’agibilità per il vostro servizio.
In tutti i casi, è inutile dirlo, non potete assolutamente lavorare al di fuori delle regole.
Se dovete percepire un compenso potete farlo esclusivamente con queste 3 possibilità:
1) Ritenuta d’acconto al Locale per prestazione occasionale.
2) Fattura, se avete partita IVA.
3) Fattura della Cooperativa alla quale siete iscritti.
Per completare l’analisi parliamo di quegli eventi senza scopo di lucro oppure esibizioni dove l’intero ricavato viene devoluto in beneficenza, in questi due casi potete esibirvi senza agibilità facendo una semplice autocertificazione.
Comunque nel caso abbiate dubbi, prima di effettuare la vostra esibizione dal vivo consultate il vostro commercialista o rivolgetevi ad una cooperativa.
PER COMPLETARE L’ANALISI DELLE PRESTAZIONI BISOGNA ESSERE INFORMATI ANCHE SULLA COMPILAZIONE DEL BOLLETTINO SIAE RIGUARDANTE I BRANI ESEGUITI IN PUBBLICO, SEGUITE IL NOSTRO ARTICOLO PER CAPIRE COME FARLO IN MODO CORRETTO : BORDERO’ SIAE
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Chi lavora nella musica ne ha sicuramente sentito parlare, anche perché recentemente sembra che la nebbia che circondava i Diritti Connessi si stia diradando, grazie a questo tanti artisti riescono a beneficiare in modo corretto di questi diritti.
Infatti in rete si trovano tantissimi articoli e blog che parlano di cosa sono i Diritti Connessi.
Diritti Primari : Sono quei diritti provenienti dal diritto d’Autore e vengono corrisposti ad Autori – Compositori – Società Editoriali
Diritti Secondari : Diritti Connessi che vanno corrisposti a chi ha Suonato, Mixato, Prodotto e Finanziato il progetto e Diritti di Copia Privata (provenienti da tasse applicate su supporti digitali , Chiavette USB, CD Masterizzabili , Hard Disk Etc Etc).
Per approfondire questo discorso vi invitiamo a leggere il libro di Massimo Bonelli intitolato La Musica Attuale
Partiamo dall’inizio: La Siae si occupa del Diritto D’Autore , raccoglie e divide i proventi con gli associati Autori/Compositori ed Editori e sempre la Siae si occupa anche di raccogliere i Diritti Connessi per alcune categorie (Pubblici Esercizi, Discoteche, Discobar, Feste private) poi li ridistribuisce a chi invece si occupa della gestione di questi proventi conto terzi.
SCF si occupa della raccolta di diritti connessi per le altre categorie (Palinsesti Musicali , Radio Tv e WEB).
Concerto
Le Società che gestiscono i Diritti Connessi devono ridistribuire il denaro raccolto agli Artisti iscritti che hanno partecipato ad un opera ed al Produttore (chi ha messo fisicamente o digitalmente sul mercato l’opera).
Chi percepisce i Diritti Connessi sono tutte le figure che hanno contribuito a creare un brano anche se non sono gli autori dello stesso.
Quindi, cantanti , musicisti, remixer e tutte le figure coinvolte avranno diritto a percepire una quota dei diritti connessi.
Il Produttore percepirà la sua parte a prescindere che sia o meno l’editore dell’opera.
Cosa sono i Diritti Connessi quindi ?
Sono il diritto sullo sfruttamento economico dell’opera registrata su supporto fisico oppure digitale.
Ogni qualvolta il vostro brano viene programmato per radio , tv o altra pubblica esecuzione genera sia Diritto D’Autore che Diritto Connesso.
Se in questo momento voi non siete iscritti ad una Società di Gestione dei diritti connessi ed avete prodotto brani che sono stati pubblicati e programmati, sia che siate la Società che ha prodotto e pubblicato sia che siate un artista che ha partecipato alla creazione, STATE PERDENDO DENARO !
Poco o tanto non si sa, quello è in base alla diffusione e al successo commerciale dello stesso.
Esecuzione Fonomeccanica
Se siete una Società che Produce contenuti musicali o video iscrivetevi ad una Società di gestione del diritto connesso (in Italia GETSOUND – ITSRIGHT – SCF). Se siete un artista iscrivetevi ad una delle svariate Società che si occupano della raccolta dei di questi diritti (Possiamo segnalare NUOVO IMAIE).
Chiaramente queste Società che fanno per Voi il lavoro di raccolta dei proventi generati nel mondo si trattengono una percentuale della cifra che riusciranno a recuperare.
Fate attenzione, quando firmate un contratto discografico controllate che non ci sia la clausola della cessione dei Diritti Connessi, purtroppo negli anni passati la poca chiarezza su questo tipo di diritti ha fatto guadagnare soldi a Società Discografiche che contrattualizzavano anche questo diritto spettante invece a chi ha creato l’opera.
E come sempre il nostro consiglio è che l’unico modo di tutelarsi economicamente e contrattualmente come artista è quello di informarsi il più possibile.
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Campionare, ossia utilizzare una registrazione di altri per realizzare un’opera differente, cioè il nostro brano è assolutamente vietato dalla legge.
Con l’esplosione della musica elettronica e di tutti i supporti ad essa collegati questo modo di “creare” brani nuovi è diventato comune, molti giovani produttori credono addirittura che sia consentito e non serva alcuna richiesta o licenza per attuare questa procedura e utilizzare i sample in modo corretto.
Questa mancanza di chiarezza e conoscenza può portare a delle gravissime conseguenze.
COME UTILIZZARE I SAMPLE IN MODO CORRETTO
Partiamo dall’inizio :
Chi realizza una registrazione, mettendoci il lavoro e i soldi necessari, ne è il produttore fonografico e ha vari diritti esclusivi sulla propria registrazione, tra cui quello di quello di riproduzione in copie e di elaborazione:
due diritti che vengono violati se includo una registrazione altrui nella mia. Inoltre molti trascurano che fare uso di campioni comporta l’uso di due cose diverse: a) da una parte, di una registrazione fonografica; b) dall’altra, se inclusa nel campione, di un’opera musicale (cioè del testo e/o della melodia) suonata nella registrazione. La logica del diritto d’autore è proprio quella di tutelare i creatori. Per essere in regola si dovrà ottenere un doppio permesso:
a) dall’editore musicale dell’opera (o direttamente dagli autori, se non c’è l’editore), quanto alla musica;
b) dal produttore fonografico, quanto alla registrazione (reperibile nei crediti del disco alla voce “P”).
Avere uno solo dei due permessi non consentirà di utilizzare ciò che non è stato autorizzato. E il rispetto dei diritti spettanti a tutti coloro che sono coinvolti è fondamentale: si dia rispetto per avere rispetto. Anche per consentire la sufficiente professionalità a chi lavora e investe nel settore.
Rischi sull’utilizzo dei Sample:
Sia responsabilità civili che penali. In sede civile, in particolare, si può rischiare una causa con richiesta di risarcimento danni, oltre a poter subire il ritiro del prodotto dal commercio (a spese del violatore). In sede penale vi sono come minimo sanzioni amministrative pecuniarie, oltre a possibili sanzioni detentive nei casi più gravi. Come visto sopra , nel caso di un sample avremo violazioni verso ben due categorie di soggetti: gli editori/autori e i produttori fonografici, a cui dovremo ripagare i danni e che potranno sporgere querela.
Come campionare legalmente:
Abbiamo due strade possibili per farlo in tutta legalità e tranquillità: a) ottenere il permesso, scritto, dai titolari dei diritti (contattandoli direttamente e trattando se, come e a quanto fare uso del campione; oppure può essere il caso delle librerie di campioni che vengono rilasciate al pubblico con licenze che permettono il sampling); b) usare solo materiale in pubblico dominio (ovvero: sono decorsi oltre 70 anni dalla prima pubblicazione della registrazione, per quanto riguarda il libero uso della registrazione; sono decorsi oltre 70 dalla morte dell’autore o dall’ultimo dei coautori, se sono più d’uno).
Siti con licenza Creative Commons:
Attenzione perché molti pensano che le licenze CC permettano libertà assoluta, ma non è così. Vi sono diverse licenze CC, bisogna leggere con attenzione quale è stata applicata dal titolare alla propria opera. In molti casi il titolare avrà permesso il libero utilizzo non commerciale: cioè se voi volete usare la musica altrui come campioni, ne fate un uso commerciale (anche se non ci guadagnate nulla in concreto!) e quindi vietato.
Si deve poi rispettare una serie di possibili altre condizioni, ad es. il dover sottoporre alla medesime condizioni di licenza CC il proprio remix! Insomma, la scelta di musica in CC non va fatta con superficialità.
Sì ma sono casi molto limitati e difficili da definire chiaramente, per cui è meglio non rischiare.
Tuttavia nel concreto si fa una valutazione caso per caso da parte del giudice in causa. Diventa molto difficile avere certezze a priori.
Rielaborare i sample:
Qualcuno potrebbe sempre riconoscere il campione, pur distorto rielaborato e filtrato e farvi causa. Oltretutto nella migliore delle ipotesi si potrà passarla liscia quanto alla riproduzione della registrazione, ma resta scoperto il profilo dei diritti d’autore (vedi la prima parte dell’articolo): tutti capiranno comunque che melodia o testo avete utilizzato, pur distorto al massimo. E non pensate sia così difficile capire se è stato campionato qualcosa: spesso basta una spettrografia per ottenere un confronto sufficiente tra due registrazioni e scovare il sample “rubato”.
Perché molti produttori utilizzano campionamenti in brani famosi:
Nella maggior parte dei casi in realtà il produttore ha preso accordi con i titolari, anche se la cosa non è molto reclamizzata. Altri invece hanno effettivamente violato i diritti altrui e il titolare ha lasciato correre, forse perché ritiene la cosa più una promozione che una violazione.
Altri ancora sono in finiti in causa, magari perdendola e dovendo pagare i danni (Michael Jackson, Rihanna,Jay Z, 50 cent, Kanye West, MC Hammer, e anche Madonna…).
COME UTILIZZARE I SAMPLE IN MODO CORRETTO
Si ricordi che qualsiasi eventuale tolleranza non comporta mai la rinuncia al diritto, per cui il titolare può sempre decidere di agire con voglia di giustizia.
Per concludere, affidatevi sempre ad una etichetta discografica con esperienza nel settore, prima di utilizzare campionamenti nei vostri brani chiedete sempre consiglio al vostro discografico ed editore. Questa semplice operazione può farvi risparmiare tanti problemi.
Ma cosa principale affidatevi a persone che conoscono la materia e non sono improvvisati.
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In questo articolo, daremo una serie di consigli su come inviare una email ad una Etichetta Discografica, ma soprattutto faremo chiarezza sugli errori da evitare per non perdere l’opportunità di essere letti ed ascoltati, anziché cestinati alla prima occhiata.
Innanzitutto bisogna che siate più che convinti che quello che state per inviare sia un brano che vi soddisfa al 100% e che avete fatto tutto per rendere la vostra traccia in linea con la qualità del mercato in cui volete inserirvi.
Selezionate accuratamente le etichette alle quali inviare il vostro DEMO in base al genere prodotto.
Se non conoscete personalmente il genere della Label INFORMATEVI.
Vi piace come questa o quella Etichetta Discografica promuove i propri lavori e gli artisti che tratta? Bene a questo punto consultate il sito internet o la pagina Facebook nelle quali vengono spiegate le modalità di invio ed eventualmente se vengono accettati brani del Vostro genere, è inutile sprecare tempo inviando un brano EDM ad una Label che si occupa di musica Latina.
CONTROLLATE SEMPRE PRIMA DI INVARE UN VOSTRO PRODOTTO.
Questa operazione vi darà già una prima scrematura, in seguito scegliete con cura quelle che vi interessano maggiormente e concentratevi solo su quelle.
Selezionate le Vostre 5/6 Labels preferite ed incominciate da quelle.
NON É PROFESSIONALE MANDARE 1000 MAIL DELLO STESSO PRODOTTO e nello stesso momento. Nel caso due etichette vi rispondessero, perché interessate alla pubblicazione, sareste costretti a dire ad una di loro che avete già dato la vostra traccia ad altri, questo solitamente diventerà per voi un boomerang negativo nel caso vorreste rimandare altre produzioni a quella Etichetta Discografica, probabilmente non riceverete più alcuna risposta … GLI A&R HANNO UNA MEMORIA DA ELEFANTE.
SCRIVETE CHIARAMENTE NELL’OGGETTO DI COSA SI TRATTA, nel testo poi scrivete una breve presentazione di chi siete e di cosa avete inviato, evitate autocelebrazioni ma siate il più professionali possibile.
Scrivere in modo educato e corretto è già un primo ed importante passo per farsi leggere ed ascoltare.
Chi riceve centinaia di demo ogni giorno cancella in modo sistematico le email che non hanno queste caratteristiche.
Scrivere ad esempio in Inglese quando la Label è Italiana o viceversa, risulta dire che non sapete a chi vi state rivolgendo.
Tutte quelle mail che contengono solo un link senza alcuna spiegazione o presentazione SONO INUTILI, dopo tanti anni di lavoro nella discografia si diventa molto selettivi e queste piccole cose possono fare la differenza.
Fornire dettagli come i vostri contatti Social e di cosa vi occupate è importante, ricordatevi che un buon posizionamento nei Social e un buon numero di followers (originali … siamo nel 2020) invoglia sicuramente l’ A&R di una Etichetta Discografica a prendervi in considerazione.
Scrivete di eventuali collaborazioni con altre etichette.
Abbiate cura di inviare la traccia finita e masterizzata, nel caso la vostra attrezzatura non fosse sufficiente per fare un buon lavoro di mastering, affidatevi ad uno studio professionale esterno, sul web potete trovare ottime soluzioni a prezzi veramente bassi.
Il brano deve essere già pronto per essere pubblicato, mai commettere l’errore di scrivere una email dicendo “ti invio questo progetto, deve essere ancora ultimato ma nel caso ti piacesse possiamo finirlo assieme” o altre sciocchezze di quel tipo.
Non inviate mai un file .mp3 o, ancora peggio, file .wav nella email , la cosa migliore è inviare un link privato di Soundcloud oppure, nel caso non abbiate ancora un profilo Soundcloud (questo è il momento giusto per crearlo), inviate un file wetransfer o Dropbox.
Concludete quindi l’email dicendo che attendete un feedback anche negativo.
Eccovi un esempio di email da inviare ad una Casa Discografica:
Inviate la email, attendete qualche giorno poi eventualmente inviate un reminder, nel caso non riceviate alcuna risposta andate oltre e mandate la vostra email all’altra Etichetta Discografica in scaletta e così via fino a quando non avrete ricevuto un feedback.
Andate per eliminazione scendendo nella vostra classifica di preferenze inviando le email con calma, avete messo impegno e tempo nella realizzazione del brano non sprecatelo per la fretta di concludere questa fase di ricerca.
Nel caso qualcuno vi rispondesse chiedendovi alcuni cambiamenti o miglioramenti sulla traccia, prendete questa occasione per cominciare ad instaurare un rapporto di reciproca fiducia, è già molto difficile ricevere una risposta e se un A&R decide di rispondervi con dei consigli potete solo ringraziarlo e cercare di migliorare il vostro prodotto.
La cosa migliore per un produttore è trovare una propria “casa” dove crescere e sviluppare il lavoro con un progetto.
Le etichette non amano troppo i produttori che pubblicano brani con tante concorrenti, non avendo la certezza di dar seguito alla collaborazione difficilmente faranno investimenti sul vostro profilo artistico preoccupandosi del fatto che può essere uno spreco inutile di energie di tempo ed economiche.
Per questa ragione molti contratti hanno la clausola dell’esclusiva sul nome Artista e la garanzia di un Follow Up, ma di questo parleremo nell’articolo dedicato alla fase contrattuale.
Come in tutte le cose serve tempo e perseveranza , non abbattetevi nel caso non arrivi nessun feedback positivo, passate alla prossima produzione cercando di migliorare sempre.
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Come utilizzare Tik Tok per promuovere la Musica e sfruttare questa nuova piattaforma.
Social, Social e ancora Social… se pensavate di aver risolto i problemi imparando ad usare il vecchio Facebook ed il più recente Instagram per cercare di promuovere la vostra musica vi siete sbagliati di grosso.
Infatti il web, appena prendi confidenza con una cosa, è subito pronto a scaraventarti in un’altra dimensione e, per rimanere a contatto con le nuove generazioni che chiaramente non si riconoscono nelle vecchie app, siamo costretti ad aprire la nostra mente alle novità.
Quindi cerchiamo di capire subito come utilizzare Tik Tok per promuovere la musica.
Non facciamo gli snob dicendo Tik Tok è per ragazzini, molti dicevano che Instagram era solo per postare foto e adesso è diventato indispensabile esserci.
Quindi mente aperta e avanti tutta.
Ed eccoci a parlare di Tik Tok, lo facciamo adesso prima che diventi troppo nazional popolare, prima che sia intasato come Instagram e che tutti i vostri competitor arrivino prima di voi.
Nato da qualche anno in Cina (2016) fondendosi con la App Musical.ly dalla quale ha copiato ed ereditato quasi tutto, ha raggiunto in breve tempo milioni di utenti diventando la App più scaricata su App Store a livello mondiale per il quinto trimestre consecutivo, come confermato dagli ultimi dati di Sensor Tower (negli States oltre 65 Milioni di utenti al momento).
In Italia i numeri cominciano ad essere interessanti (si parla di circa 3 MLN ma in continua crescita esponenziale) e chiaramente anche l’utente medio di Tik Tok inizia ad essere interessante a livello commerciale.
Infatti i grandi marchi e i personaggi pubblici si stanno velocemente avvicinando a questo social innovativo che ha la maggior parte di iscritti sotto i 18 anni e il 65% di presenza femminile.
Noi che viviamo di musica non possiamo fare a meno di rimanere sempre aggiornati e cercare di avvicinare il pubblico il più possibile alle nostre creazioni e ad allargare la nostra fan base.
Come utilizzare Tik Tok per promuovere la musica, lo potete fare veramente in 1000 modi diversi, Tik Tok è nato per la musica e per far interagire gli utenti con la Musica.
Per prima cosa spieghiamo che Tik Tok non è altro che una sorta di evoluzione di Instagram mettendo nel Feed le Stories di 15” o 30” e non facendole scomparire dopo 24 ore.
In pratica le vostre Stories rimangono per sempre nel feed.
In queste mini stories potete fare ciò che volete, potete seguire le Challenge lanciate da Tik Tok ogni settimana, oppure avere un approccio più professionale e cominciare a narrare la vostra vita da artista facendo mini video con la vostra musica.
Molti utilizzano i video delle stories di Instagram e li adattano a Tik Tok, praticamente con un contenuto lavorano su due piattaforme differenti.
Come sempre la creatività vince su ogni cosa
Quando per la prima volta vi trovate a guardare Tik Tok ed i video caricati, vi chiederete :
ma che ca..o sto guardando?
Poi piano piano questa nuova forma di intrattenimento comincia ad interessarvi e a quel punto il vostro cervello da artista deve cominciare a capire come utilizzarlo al meglio.
All’inizio Tik Tok mostra subito una serie di video a caso e fa sì che una sorta di intelligenza artificiale registri le vostre preferenze. Poi inizia a inviare immediatamente notifiche giornaliere.
I gruppi di seguaci che si creano su Tik Tok, infatti, non sono stabili, ma i follower cambiano in continuazione e si evolvono cambiando completamente il concetto di following.
Con la App Tik Tok potrete :
Creare in modo facile brevi video musicali.
Condividere la tua musica.
Aggiungere in modo facile ai tuoi mini video brani musicali ed effetti speciali.
Trovare ispirazione per i tuoi videoclip dai video degli altri utenti.
Usare emoji e tantissimi filtri facciali.
Utilizzare strumenti di editing per i vostri Video.
Fare live streaming usando anche i filtri.
Il tutto chiaramente gratuitamente.
Se la vostra musica è rivolta ad un pubblico giovane non potrete fare a meno di essere a breve su Tik Tok, a questo punto la scelta è vostra, arrivare adesso e cercare di carpirne i segreti oppure accodarsi ed arrivare dopo.
Io nostro consiglio è quello di creare dei mini-video di presentazione del vostro brano, dove potrete far ascoltare alcune parti o farvi vedere in studio in fase di creazione.
Creare delle storie dove si può vedere l’evoluzione del vostro lavoro.
Arrivare in prossimità del lancio del brano facendo vedere la copertina e indicando la data di uscita.
Chiaramente come sempre l’interazione la fa da padrona, quindi dovrete cominciare a seguire le persone del settore cercando di commentare e di partecipare il più possibile, alla fine la storia si ripete con modi e strumenti diversi ma la logica dei social rimane molto simile.
Prima di concludere questo primo approccio al mondo di Tik Tok dobbiamo ricordare che ormai quasi tutti gli aggregatori internazionali inviano la musica caricata anche alla piattaforma in questione.
Quando licenziate un vostro brano ad una Label informatevi se il caricamento verrà fatto anche su Tik Tok.
In questo modo voi e tutti gli altri utenti potrete utilizzare il brano come colonna sonora dei video cercando di farlo diventare virale invitando i vostri follower a fare i loro video con in sottofondo la vostra musica.
Bene, a questo punto non potete più ignorare l’esistenza di Tik Tok quindi, iniziate a fare i vostri mini Video e taggate anche noi di@jayworkmusic.
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Come utilizzare YouTube al meglio ? Quante volte abbiamo sentito questa domanda.
Nei nostri articoli abbiamo dato ampio spazio a Spotify e a come cercare di far rendere al meglio il proprio lavoro con lo streaming.
Non bisogna assolutamente dimenticare che YouTube è ancora uno dei principali modi per ottenere risultati, visibilità e guadagno con la musica e quindi cerchiamo di capire come utilizzare YouTube al meglio.
YouTube
Che siate una etichetta discografica o un produttore indipendente dovete avere il vostro canale YouTube e cercare di monetizzarlo nel più breve tempo possibile.
Oggi far certificare il proprio canale ed ottenere la monetizzazione comporta alcuni ostacoli rispetto al passato, infatti bisogna avere almeno 4000 (quattromila) ore di visualizzazioni fatte negli ultimi 365 Giorni ed assieme bisogna avere almeno 1000 utenti iscritti.
Sembrano pochi ma non lo sono e, per ottenere questi risultati, bisogna offrire contenuti interessanti e costanti nel tempo.
Per prima cosa bisogna guadagnare posizioni nel RANKING di YouTube, questo vi permetterà di essere inseriti nei video suggeriti al termine di una visualizzazione e di essere inseriti nei video consigliati nella colonna di destra.
Canale Jaywork
Andiamo ad analizzare le cose da fare nel dettaglio:
Il WATCH TIME è importantissimo, il tempo che gli utenti passano sul vostro video conta molto di più del numero di VIEWS. Quindi avere tante visite che durano pochi secondi farà calare il valore del canale.
Se superate i 50/60 secondi a visualizzazione l’algoritmo di YouTube ne terrà conto.
Altro parametro importante è L’ESPERIENZA UTENTE; misura i minuti che un utente che voi avete “invogliato” ad entrare su YouTube arrivando da una vostra newsletter o dai vostri canali social, passa sulla piattaforma quindi andrà a voi e al vostro canale il merito di aver portato dei CLICK.
Un consiglio per utilizzare YouTube al meglio è quello di creare numerosi contenuti video e di linkarli tra loro, non preoccupatevi se linkate anche video vecchi , l’importante è che l’utente rimbalzi sui vostri contenuti il più possibile.
Altro aspetto molto importante l’utilizzo delle KEYWORDS per trovare argomenti per i vostri video, infatti oltre al solo video musicale potrete fare qualche tutorial oppure qualche video del vostro lavoro in studio, oppure dei backstage dei concerti o serate che fate.
Ecco in quel caso è molto consigliato utilizzare la barra di ricerca di YouTube e capire quali sono gli argomenti e le parole più cercate nel vostro ambito.
Se fate una cover di Vasco Rossi per esempio e digitate nella barra di ricerca verranno fuori le canzoni più gettonate di Vasco su YouTube e quindi vi potrebbe servire per avere un idea di quale cover fare per ottenere maggiore visibilità.
Un’altro consiglio su come utilizzare YouTube al meglio è questo, fate molta Attenzione alle prime 24 Ore di vita del vostro video, cercate di coordinare e di accentrare i vostri sforzi sulla prima giornata del vostro lavoro, dovete stimolare condivisioni, commenti e like in questo tempo, aumenterà il vostro RANKING.
Sarebbe ottimo creare una sorta di format settimanale caricato sempre nello stesso giorno ed alla stessa ora, fidelizzate l’utente aumentando WATCH TIME generale e quello delle prime 24 ore.
Nella fase di caricamento siate molto precisi nella descrizione del VIDEO, inserite tutte le informazioni possibili.
Sempre in quella fase inserite tutti i TAG che ritenete giusti per far trovare il vostro VIDEO nelle ricerche.
Sul WEB potete trovare molti siti che vi consigliano Keywords e Tag da utilizzare nelle descrizioni del vostro video.
Adesso cerchiamo di fare un po di chiarezza su cosa effettivamente può generare a livello economico YouTube.
Parliamo di artisti che hanno generato almeno un milione di visualizzazioni, al di sotto di questa cifra non ci sono conteggi esatti ma comunque questi dati serviranno per farsi un’idea più precisa.
Ogni paese del mondo paga cifre differenti. Dalla Danimarca dove 1.000 Views vengono pagate fino a 8,50 Euro al nostro paese dove 1.000 Views vengono pagate circa 50 Centesimi.
Ricavi stimati da YouTube
Quindi un artista che ha visualizzazioni internazionali avrà una media di circa 4 euro generate ogni 1.000 Views.
Chiaramente questo se avete un canale monetizzato tutto vostro, se invece avete un contratto con una etichetta discografica che comprende l’utilizzo e lo sfruttamento del video dovrete dividere con lei la quota del ricavato come si trattasse di uno streaming normale o di una vendita. Solitamente 50 % a testa.
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Le Playlist di Spotify, anche se provenite da un mondo analogico nel quale molti di noi ancora si riconoscono e dal quale non riescono a staccarsi del tutto, sono la nuova frontiera dell’utilizzo e dell’ascolto della musica in tutto il mondo.
Quindi se vi occupate di musica non potete evitarle o farne a meno.
Siamo passati da un mondo digitale terminato in maniera molto veloce, per ritrovarci proiettati senza esserne pienamente consapevoli, nel mondo liquido dove la materia non esiste più, dove la musica non è più possedere il Disco, la Cassetta, il Cd o il file MP3 acquistato legalmente, ma dove ascoltiamo la musica in ogni momento e in ogni dove il più delle volte dal telefono o dal tablet, abbiamo a disposizione milioni di brani in ogni istante e non abbiamo più bisogno di possedere nulla.
É come avere l’auto in car sharing e la bicicletta in bike sharing e così via, Il futuro sarà quello dell’avere tutto in prestito senza possedere più nulla ?
Come possiamo “FARE” La Musica e vivere facendo gli artisti, i produttori e i discografici?
La cosa più importante in questo momento è rendersi conto che per crearsi una base e per riuscire a lavorare non possiamo abbandonare nessuna strada, quindi come dicevamo in un precedente articolo , facciamo attenzione al fenomeno di ritorno del vinile ma non dimentichiamoci di guardare avanti, di andare a stuzzicare quelle persone completamente digitali, ed eccoci a parlare dei portali di Streaming : Spotify , Deezer e includiamo anche YouTube che ormai viene anche utilizzato come piattaforma per ascoltare musica.
Da artisti è molto importante capire che una volta bastava che alcune radio passassero la nostra creazione ed il gioco era quasi fatto, adesso le trasmissioni radio sono state sostituite dalle playlist e i DJs sono stati soppiantati da Programmatori di queste Playlist, tanti più followers ha una playlist tanto più potere ha il programmatore che la redige.
Se non lo avete ancora fatto cominciate a prendere confidenza con i nuovi supporti.
Per prima cosa create il vostro profilo artista su Spotify
mettendo tutti i vostri contatti social, la vostra BIO (in Inglese) e i vostri concerti o serate e tutto quello che vi riguarda.
Fate delle playlist di Spotify che comprendano i vostri brani e completatele con tutto quello che vi piace e vi rappresenta musicalmente, i vostri artisti di riferimento e le canzoni che più vi piacciono.
Il segreto per una buona Playlist è quello di essere costantemente aggiornata , sia con i vostri nuovi brani sia con le nuove uscite. I followers della vostra Playlist saranno avvisati ogni volta che aggiungete un brano e quindi l’interazione sarà rapportata a quanto e come voi lavorerete sulla vostra playlist, infine condividetela costantemente su tutti i vostri social.
Cercate di interagire con altri artisti con i quali scambierete dei brani nelle rispettive selezioni, questo può allargare la vostra e la sua platea, convincete i vostri amici ad aggiungere il vostro brano nei loro ascolti preferiti, allargate il più possibile il vostro bacino di ascoltatori.
Cominciate a controllare le playlist di Spotify del vostro genere musicale cercando di individuare le più importanti cercando di contattare chi le realizza (il cui nome corretto è “curatori” e speriamo aiutino la musica a guarire).
Fate ricerche incrociate con i social e i vari siti web.
Trovate email e contatti di chi si occupa delle playlist, provate a mandare a queste persone la vostra musica, come già detto una volta lo si faceva con le radio oggi usate questo mezzo, sicuramente questo implica l’impegno di tanto tempo per arrivare ad ottenere risultati.
Questo servizio che vi mette in contatto con i curatori delle playlist può essere utile : https://www.submithub.com
Come ci è già capitato di dire in precedenti articoli, oggi l’artista deve essere anche molto più social ed informato di una volta, deve prendere possesso della propria arte e cercare di proporla il più possibile, ormai non ci si può più nascondere dietro alla casa discografica , che deve ugualmente fare il proprio lavoro in modo corretto, oggi ci si deve mettere la faccia per uscire dall’anonimato, fare musica e portarla in ogni casa facendo il “porta a porta” se serve.
Tante volte capita che un produttore si faccia pubblicare un brano od un album dalla casa discografica e crede che il suo lavoro sia finito, “adesso ci pensano altre persone” non è più così.
Quando il vostro brano viene pubblicato siete solamente all’inizio, se siete veramente convinti di aver fatto un buon lavoro metteteci la faccia, uscite dal vostro studio e cercate di interagire all’esterno, sui social e sulle piattaforme di streaming.
Buon lavoro e non dimenticate di inserire i nostri brani nella vostra Playlist 🙂
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Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso del ritorno del vinile, di riscoperta del 33 giri e di quanto il disco sia tornato ad essere un oggetto da possedere.
Molti artisti oltre all’uscita digitale ed a quella (in calo costante) su CD affiancano ormai anche un uscita in Vinile solitamente destinata a collezionisti e fans ed in numero di copie limitato.
Sia che si tratti di nuove uscite, che si tratti di possedere copie originali di dischi storici, il fermento si avverte sia sul web che nei vari mercatini e negozi di vintage che nascono in ogni angolo del paese.
Ad alimentare questa tendenza ci si mettono anche i film ed i telefilm dove, sempre più spesso, vediamo i protagonisti che ascoltano la loro musica utilizzando i mai dimenticati dischi.
A questo punto viene da chiedersi:
il Vinile verrà poi ascoltato oppure finirà in una libreria al fianco di Libri in bella vista nei salotti ?
Tutti quelli che acquistano il disco hanno a disposizione comodamente l’attrezzatura necessaria per un buon ascolto ?
Sicuramente ognuno di voi avrà un parere ed una risposta differente sul ritorno del vinile, noi come addetti ai lavori non possiamo ignorare quello che succede in campo musicale.
Quindi, analizzando il mercato, possiamo vedere che i grossi artisti riescono a vendere anche le copie del loro lavoro anche sul supporto più classico, magari a numero limitato ed a prezzi a volte esorbitanti mentre, per tutti gli altri non facenti parte degli artisti “collezionabili”,la risposta è decisamente diversa.
Se fate con continuità esibizioni live e avete dei fan molto affezionati, se avete un buon seguito sui Social allora a quel punto il ritorno del vinile può essere per voi anche una risorsa economica, magari personalizzando rendendolo “unico” per i vostri seguaci.
Un discorso differente invece possiamo farlo in ambito musica dance, che fino alla fine del secolo scorso era quasi esclusivamente utilizzata per lavoro o ascolto su dischi mix.
2Black – Waves of Luv – Disco Mix
I brani definiti “commerciali” sicuramente non hanno nessuna speranza di avere un mercato del vinile al momento, mentre per i generi di nicchia come la “techno”sempre più produttori e DJ scelgono di utilizzare anche il vinile nei loro djset o esibizioni live e, a dire il vero, alcuni di questi professionisti non lo hanno mai abbandonato del tutto.
In ambito Dance e sottogeneri vari, nel 90% dei casi si tratta di Mix autoprodotti in pochissime copie ma stiamo assistendo anche ad un fenomeno particolare, infatti alcune etichette specializzate in generi di nicchia stampano e distribuiscono anche direttamente sui loro siti internet le copie dei loro dischi, senza dimenticare negozi storici come DiscoPiù ed anche in questo caso possiamo parlare di un vero ritorno del vinile.
Giorgio Moroder – From Here To Eternity
Prendiamo quindi atto che, oltre ad una scelta dettata dall’immagine, esiste anche un mercato dove posizionarsi se si dispone del giusto artista e del giusto brano.
Andiamo all’analisi della qualità e del costo per stampare il vostro vinile:
Oggi le stamperie di dischi si contano sulle dita di una mano, quindi i prezzi saranno sicuramente più alti che in passato e i tempi di consegna saranno abbastanza lunghi.
Per prima cosa controllate la grammatura del supporto, è importantissima per la qualità del suono e per la durata nel tempo, quindi optate per il 180 grammi evitando pesi inferiori.
State molto attenti alle durate dei brani che volete inserire, infatti il vinile rende meglio se non si superano determinati minutaggi sia che si tratti di 33 Giri che di Mix a 45 Giri.
Le quantità che andrete a stampare saranno sicuramente adeguate alla vostra Fan Base, comunque le stamperie partono da almeno 100 copie dove i costi partono da almeno 6/7 euro a copia arrivando fino ai 10/12 Euro a copia, ai quali andranno aggiunti quello del MASTER, da fare tenendo conto di parametri ai quali oggi non siamo più abituati ad utilizzare in questa epoca digitale, molto importante quindi in fase di finalizzazione dei brani, affidatevi quindi ad uno studio di mastering abituato a lavorare con i vinili, infine da non dimenticare anche il costo del trasporto, trattandosi di vinili il peso non sarà indifferente, questo particolare andrà ad aumentare il costo unitario del vostro disco.
Nel caso vogliate autoprodurvi il disco album o mix che sia, non dimenticate che dovrete apporre su ogni copia il Bollino Siae che andrà richiesto direttamente sul sito della SIAE altrimenti, in caso di un controllo, avrete copie pirata con tutte le conseguenze amministrative e penali del caso.
Pink Floyd – The Dark Side of The Moon – Album
Per concludere diamo alcuni dati statistici ed alcuni numeri per capire il fenomeno del ritorno del vinile :
Il 2018 ha sancito in Italia e nel mondo una crescita del 13% rispetto all’anno precedente.
A fare da padroni di questa classifica le band ed i dischi storici ristampati dove troviamo al primo posto “The Dark Side of The Moon” dei leggendari Pink Floyd e le storiche raccolte dei Queen (grazie al film molto chiacchierato sulla storia di Freddy Mercury), dove però si sono inseriti a sorpresa nella top ten dei più venduti nel 2018 i Noiz Narcos, Sfera Ebbasta e Cesare Cremonini, facendo entrare tra gli amanti del vinile anche una generazione completamente nuova.
Quindi diamo ufficialmente il bentornato ai tanto amati vinili che siano vecchi da collezione oppure nuovi di zecca.
Che siate musicisti oppure Dj vi sarà capitato di dovervi sottoporre alla Tortura di cercare di compilare correttamente un Borderò SIAE come Direttore delle Esecuzioni.
Esistono 3 tipi di Borderò SIAE: – Modello 107/OR (Quello di Colore Rosso) – Esecuzioni Dal Vivo – Modello 107/SM (Quello di Colore Verde) – Esecuzioni Musicali con Strumento Meccanico. – Modello 107/C (Quello di Colore Blu) – Esecuzioni di Musica Classica, Jazz e musiche di scena di Spettacoli Teatrali.
MioBorderò SIAE on Line
Come molti di voi già sapranno la SIAE ha digitalizzato anche la compilazione del Borderò, tramite il portale SIAE on LINE oppure tramite la comodissima APP (MioBorderò) per il vostro telefono, è possibile effettuare la dichiarazione delle opere da Voi suonate o proposte durante la vostra performance.
Partiamo dal fatto che questo metodo di rilevazioni effettuato dalla SIAE è ormai anacronistico e senza alcun senso logico. Basterebbe infatti dotarsi di un registratore digitale e di una connessione per inviare il file della programmazione musicale che avete effettuato, per permettere poi alla SIAE di effettuare la ricerca dei brani che sono stati suonati senza così rischiare di sbagliare un titolo o, ancora peggio, dimenticarsi alcuni dei brani interpretati e quindi correre il rischio di ricevere una sanzione ingiusta.
Riesce difficile far capire a queste persone che durante una serata che dura 4/5 ore, dove mediamente vengono programmati almeno 100 brani differenti, la dimenticanza di uno di essi o un errore sull’autore interprete può essere plausibile e totalmente differente dall’errore voluto, o dalla dichiarazione falsa fatta inserendo solamente titoli non programmati e tralasciando tutti i brani suonati realmente creando così un danno agli autori ed editori di quelle composizioni a vantaggio di altri. Purtroppo in Italia la compilazione “evidentemente modificata” dei Borderò SIAE ha portato negli anni errori evidenti nella suddivisione dei proventi SIAE ma, se questo era capibile e facilmente attuabile nell’era “analogica e cartacea” diventa assurdo nell’epoca della completa digitalizzazione, dove basterebbe veramente poco per fare una corretta divisione dei diritti.
La sensazione è che lasciando così le cose per la SIAE sia decisamente più facile riuscire a fare delle MULTE per ogni tipo di errore.
Ma andiamo oltre, compilare correttamente un Borderò’ SIAE oggi è veramente importante, infatti sono in aumento il numero dei controlli e quindi delle sanzioni sia ai locali che ai direttori delle esecuzioni.
Playlist di Rekordbox
Se utilizzate computer o programmi che vi permettono di avere la playlist esatta dei brani utilizzati (RekordBox della Pioneer per esempio) il problema è quasi risolto, infatti non dovete fare altro che segnare ogni brano programmato inserendo TITOLO e COMPOSITORE, nel caso non siate in possesso del nome o dei nomi degli AUTORI inserite il nome dell’ESECUTORE ossia il cantante o la band che ha cantato il brano in questione. Nel caso non utilizziate una strumentazione che mantiene in memoria i brani suonati abbiate cura di segnarvi in un foglio le canzoni eseguite, se non riuscite a farlo voi cercate qualcuno che possa farlo perché altrimenti rischiate una sanzione con penale per ogni brano dimenticato. Non dimenticate che nel caso di una Multa per errata compilazione arriverà anche al Locale una sanzione per mancato controllo nei confronti del direttore delle esecuzioni.
Uno dei problemi che si possono riscontrare nella compilazione del Borderò SIAE è che la persona addetta alla programmazione non faccia tutta la serata e divida il palco o la consolle con altri musicisti o dj. In questo caso il mio consiglio è di far emettere al locale un bollettino di dichiarazione per ogni persona che programma musica, in questo caso ognuno sarà responsabile della propria parte. Nel caso invece non si potesse procedere in quella direzione abbiate cura di accordarvi con le altre persone coinvolte per avere lista completa dei brani suonati durante tutta la loro performance. Inutile dirvi che se un vostro collega suona dei brani che voi poi non andate ad inserire nel bollettino di dichiarazione diventa difficile dire alla SIAE che non eravate voi in quel momento alla consolle o sul palco.
Un’altro problema al quale si assiste spesso negli ultimi tempi ed è frutto di molti interrogativi è “NEL CASO DI UN MASHUP O BOOTLEG COME MI COMPORTO?” In caso di un MashUp dove sono presenti due o più brani uniti assieme voi siete obbligati a segnarli tutti, nel caso invece che il DROP utilizzato non sia stato depositato o in caso di dubbi in proposito utilizzate SHAZAM per avere una conferma che la parte utilizzata sia effettivamente inedita.
Shazam
Stessa cosa nel caso si utilizzi una parte strumentale con l’aggiunta di un vocale (accappella), anche in questo caso l’obbligo di segnare tutte e due le opere utilizzate.
Nel caso vi abbiano registrato, l’eventuale richiesta di chiarimenti può arrivarvi anche a distanza di un anno o più, in quel caso siate molto precisi nello spiegare le vostre ragioni, cercate di elencare nel dettaglio tutte le cose a vostra discolpa (altri Borderò SIAE presenti – errori di rilevazione dei brani nella loro registrazione etc etc) e può anche essere di aiuto avere tenuto in memoria del computer la playlist della serata.
A volte può capitare che invertano i Borderò quando le registrazioni vengono effettuate in una multisala, è infatti capitato più volte, per darvi un esempio, che confrontino le dichiarazioni di un dj che lavora nella sala Revival con la registrazione effettuata nella sala disco, in quel caso anche il locale dovrà provvedere a dichiarare e confermare quanto da voi detto.
Le casistiche sono veramente tante ma solitamente la SIAE in fase di riesame del vostro caso tiene conto della precisione delle dichiarazioni e della spiegazione data dalla gestione intestataria del permesso.
Cercate quindi di fare il Borderò SIAE nella maniera più corretta possibile e ricordatevi che, nel caso siate anche Autori, il pagamento dei vostri semestri può essere sospeso se decidessero di darvi delle sanzioni disciplinari per più di una errata compilazione.
Oggi in qualunque ambito artistico si lavori i social sono diventati imprenscindibili.
Che tu faccia il musicista, l’attore, il disegnatore di fumetti una parte importante del tuo lavoro sarà quella dedicata quotidianamente a far crescere la tua fanbase adesso sopratutto su INSTAGRAM che è il primo Social Media nativo per Smartphone. Usare questa piattaforma, non è sempre semplice e oggi voglio svelarvi alcuni “trucchetti” che potrebbero aiutarvi ad utilizzare Instagram per promuovere la vostra musica.
A ) Stabilire i propri obiettivi. Servirà per restare sempre concentrato e focalizzato sul tuo progetto. B) Catturare l’interesse dell’utente. Per farlo e quindi riuscirei a promuovere la tua musica devi differenziarti dagli altri. Promuovere la musica e te stesso come un unico insieme. Capito questo mettiti al lavoro !
La raccomandazione principale è quella di NON COMPRARE FOLLOWER. Ti ritroverai con tanti utenti passivi che abbasseranno il valore del tuo account. Meglio pochi ma buoni !
1.NOME ACCOUNT Prima di tutto usa lo stesso nome per tutti i social sarà più facile rintracciare i tuoi profili per chi ti cerca. Se non lo hai già fatto imposta il tuo account Instagram su “business” questo ti serve per accedere a diverse funzioni molto utili come i dati statistici.
2.FOTO PROFILO Colorata, in primo piano e originale. (Meglio se la foto è la stessa per tutti i social, per una idea di coerenza e continuità)
3.CONTENUTI Cosa significa? Significa rendere il tuo profilo interessante creando contenuti (foto , filmati , storie) si deve capire subito la tua personalità quindi , se hai delle idee mettile in mostra senza problemi, fai capire chi sei e cosa fai. Instagram per la tua musica è importante ma oltre alla musica fai conoscere anche chi sei e cosa fai fuori dallo studio o dai live, per dare continuità al profilo Instagram resta coerente nella scelta delle immagini.
4.BIOGRAFIA Semplice e concisa. Es. Rapper italiano, music dance maker. Aggiungi i link degli altri Social, del tuo sito e del tuo profilo Soundcloud con le tue produzioni… Il tuo studio di registrazione
5.CONTENUTI IN EVIDENZA Usa le storie che ritieni più importanti e quelle che preferisci e mettile in evidenza. Unisci le storie delle tue esibizioni live, e differenziale delle altre.
6.COSA POSTARE Creatività, coerenza e rilevanza, ecco le parole chiavi per pubblicare qualcosa che desti attenzione. Racconta la tua vita da musicista, dj, cantante , vocalist … postando foto delle tue esibizioni, delle tue serate, dei tuoi look durante le esibizioni. RACCONTATI senza essere banale. Prendi spunto dai profili di artisti che ti piacciono, che segui e che fanno il tuo stesso lavoro.
6.SUGGERIMENTI I video durano 60” sfruttali al meglio, questo è il tempo necessario per far incuriosire un utente, usali bene. Fai in modo che vadano a cliccare sul link del tuo sito o del tuo canale YouTube che hai aggiunto in bio.
7.LE DESCRIZIONI Rendile interessanti. La descrizione racconta chi sei e a che tipo di utente vuoi avvicinarti. Devi sempre tenere conto che vuoi dei Follower che partecipino alla tua vita e alla tua carriera quindi devi colpire solo quelli giusti. Metti la geolocalizzazione, rendi il tutto coeso e integra il nome di chi ha scattato la foto e delle altre persone coinvolte , servirà per creare ancora più movimento sulla tua pagina.
8.HASHTAG Sono uno strumento importantissimo. Impara ad usarli. Devono essere adatti ai tuoi utenti, non usare quelli più popolari, usa quelli adatti al pubblico che ti segue. Inventa un hastag e fallo girare tra i tuoi fan così che lo possano usare. Nei tuoi contenuti in evidenza puoi vedere quante volte il post è circolato grazie agli hastag.
Questa è una serie di Hashtag ottimi da utilizzare su Instagram per la tua musica da promuovere:
9.STORIE Strumento veloce per condividere attimi della tua vita, del tuo dietro le quinte Immagini di animali e aggiunta di gif animate sono molto importanti. In molti profili è possibile inserire musica nelle tue Storie. Ancora il servizio non è disponibile per tutti ma speriamo che tra poco lo sia.
10.DIRETTE LIVE Altro strumento importante, fai dirette e raccontati per i tuoi follower. Per esempio mentre sei in studio e stai registrando il tuo nuovo brano o mentre stai scegliendo il suono adatto.
11.QUANTO E QUANDO POSTARE Posta con regolarità. Una volta al giorno è il minimo per dare un senso al tuo profilo. Controlla i tuoi dati statistici, sono un importante strumento per capire se stai andando nella giusta direzione. Usa queste informazioni per capire l’andamento dei tuoi post e il momento migliore per pubblicarli. Per concludere ricordati di coinvolgere i tuoi utenti, la tua comunità. Rispondi ai commenti e ai messaggi… anche a quelli brutti…. commenta i post dei tuoi artisti preferiti e cerca di interagire il più possibile con la tua comunity.
Eventualmente potete utilizzare i BOT di Instagram per aumentare la vostra Fanbase.Il mio consiglio è NINCHI piattaforma in Italiano e molto semplice da utilizzare. In aggiunta il servizio di MySuite per incrementare i like non è niente male.
Fare il musicista, il DJ o il produttore in questi anni vuol dire non solo parlare con la musica ma sempre più mettersi allo scoperto , interagire e raccontarsi ai propri fan, purtroppo fare della bellissima musica ormai non basta più .. l’impegno è tanto anche fuori dallo studio di registrazione e quando si scende dal palco non è finita … l’artista 2.0 è disponibile 24 su 24 – 7 giorni alla settimana…. ancora convinti di voler vivere facendo musica ?
Musica Dance … Dove Stiamo Andando ? Che sia un periodo di grandissime incertezze nell’ambito della Musica Dance è evidente… forse siamo davanti alla classica crisi di mezza età (dalla disco anni ’70 e dalla Febbre del Sabato Sera ad oggi sono passati più o meno 40 anni).
La Febbre del Sabato Sera
Le classifiche internazionali indicano sempre più che la Musica Dance ha perso la sua identità. Nata per i club e per le disco la Musica Dance si è trasformata in musica pop pre-confezionata, con tempi e suoni da rispettare per essere fruibile nei 30 secondi di ascolto medio di un brano su Spotify (che disastro… Quanto sono lontani i tempi di quelle splendide versioni Extended.. Oggi una Versione Mix dura 3 Minuti).
Questa sorta di Pop/dance pur essendo ben fatta e con artisti di spessore internazionale a fare featuring a più non posso, non riesce più ad accendere i cuori dei clubbers.
Ultimo artista ad emozionare veramente è stato il compianto Avicii uno che, sicuramente, non ha avuto paura di rischiare sperimentare e cambiare le carte in tavola.
Avicii – Levels
Nel passato netta era la differenza tra musica pop trasmessa dalle radio e la Musica Dance che aveva il suo spazio all’interno dei locali, adesso questa differenza non esiste più. Inoltre gli stessi locali si differenziavano proponendo generi diversi tra loro, riuscendo così avere identità uniche che accontentavano un pubblico dai più svariati gusti musicali.
Oggi purtroppo la personalizzazione è diventata impossibile, dai bar alle gelaterie passando per le feste di piazza fino ai locali da ballo la musica programmata è al 90% identica, si differenzia unicamente per l‘uso di bootleg/mashup. Per fare un esempio, tutti suonano Amore & Capoeira ma il drop musicale di uscita dal ritornello pop è differente….quindi alla fine dei conti il risultato non cambia .. ovunque sentiamo le stesse cose condite con salse differenti. Ormai le serate sono un contenitore unico di grandi successi che partono dal tanto bistrattato Reggaeton arrivando ai pochi successi mainstream attuali passando sempre e comunque dai grandi brani 90/2000, per assurdo L’Amour Toujour sta avendo più successo oggi che all’epoca della sua uscita.
Analizzando questa cosa dal punto di vista del produttore indipendente e non legato a Major, impossibilitato ad usare Voci di cantanti famosi a livello mondiale, la strada si fa difficile.
Dal mio punto di vista “il piccolo rappresenta il nuovo grande” ovvero la ricerca deve essere fatta nelle nicchie di mercato cercando di specializzarsi in un genere magari non mainstream ma che permetta di sperimentare senza inseguire forzatamente il successo del momento. Non avendo a disposizione la voce di Rihanna oppure di Ed Sheeran fare un cantato che trovi la sua collocazione diventa quasi impossibile. Gli spazi nelle radio e nei network sono già occupati dai soliti noti e rimangono solamente piccoli spazi dove poter proporre musica dance e farsi conoscere. Cercate quindi la vostra identità in un genere di nicchia cercando di diventare importanti all’interno di quel settore, ci sono produttori che riescono a generare molto interesse sugli store digitali e quindi successivamente ad avere un buon riscontro anche nei live dj set lavorando negli angoli poco illuminati della musica e dove le Major non sono ancora arrivate a metter le loro mani usate per centralizzare gli ascolti ed i download.
All’inizio dell’era internet sembrava che la democrazia del web avesse dato la possibilità a tutti di farsi conoscere e a tutti di guadagnare producendo musica, in parte questo è vero e se siete bravi e fortunati potete essere ancora notati, ma purtroppo la finta democrazia del web ha fatto si che i grandi colossi riuscissero a convogliare numeri incredibili soffocando quasi completamente gli indipendenti. Questi colossi che generano musica e gestiscono playlist sugli stores di streaming di fatto si comportano come i grandi centri commerciali che lavorano schiacciando il piccolo negoziante .. qui torniamo al discorso di prima .. il piccolo negoziante per vivere deve trovare uno spazio nella specializzazione e nella super professionalità.
Per concludere, stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti anche a livello musicale dove i gusti delle masse sono sempre più controllati ma attenzione, perché di solito sono proprio questi i momenti in cui nasce qualcosa di diverso .. il sentore è che ci sia la voglia di sentire qualcosa di nuovo e non omologato e sempre più persone cercano la loro identità musicale…. sono i nuovi produttori , quelli più giovani che dovranno rispondere a queste nuove richieste del mercato fuggendo dai cliché.
I grandi cambiamenti partono dal basso e come negli anni della nascita della musica House a metà degli anni ’80 siamo pronti per un’altra rivoluzione nella musica dance.
Noi come Jaywork possiamo mettere disposizione la nostra esperienza in ambito musicale ed editoriale dando spazio a tutti gli aspiranti produttori che con arte e qualità vorranno provare a fare qualcosa di differente…. avanti con le nuove idee.. aspettiamo i vostri DEMO a office@jaywork.com
Creare un Home Recording Studio è più semplice di quello che si può pensare.. Oggi grazie alla tecnologia la strumentazione ha raggiunto buoni livelli a dei costi moderati e accessibili a tutti, è sufficiente fare scelte accurate in base ai propri obiettivi e con un minimo di organizzazione potrai lavorare in modo professionale anche con attrezzatura essenziale. In questo articolo parliamo di come poter organizzare uno “starter kit” per iniziare a produrre, scegliere la giusta attrezzatura e come configurare i tuoi strumenti.
Elementi fondamentali per realizzare il tuo Home Recording Studio
Computer Scheda Audio DAW (Logic, Ableton, FL,Studio One ecc..) Studio Monitor Tastiera Midi Cuffie Monitoring Cavi Audio e Accessori esterni Plugin (di terze parti in base a ciò che si vuole produrre) Questi sono gli strumenti principali che devi utilizzare per produrre, registrare, editare, mixare, e creare il master delle tue tracce.
Vediamo in breve nel dettaglio ogni singolo elemento
Home Recording Studio
1. COMPUTER
Essendo il CUORE del tuo Home Recording Studio, più il computer è nuovo e con buone risorse e più risulterà performante e stabile con tutti i software che si andrà a caricare ed appesantire e più sarà semplice utilizzare al massimo il potenziale della macchina. La scelta tra Mac e PC è tuttavia personale e la scelta è data dal sistema che ritieni più idoneo alle tue esigenze e obbiettivi. Alcune cose a cui devi fare attenzione: 1. Requisiti minimi di sistema: per far girare software e plugins verifica sui siti dei produttori la compatibilità 2. Dimensione del display: lavorare su un 15” o 17” è meglio rispetto ad un 13” perché affatica meno la vista 3. Almeno 8Gb di Ram: più Ram significa possibilità di lavorare contemporaneamente con numerosi software e plugin 4. HD SSD: i dischi SSD (Solid State Drive) sono più veloci rispetto ai dischi tradizionali, con questi le prestazioni migliorano
Alcune cose a cui devi fare attenzione: Requisiti minimi di sistema: per far girare software e plugins Dimensione del display: lavorare su uno schermo più grande è meglio rispetto ad un 13” perché affatica meno la vista Controlla la Ram: più Ram si ha più possibilità hai di lavorare contemporaneamente con numerosi software e plugin HD SSD: i dischi SSD (Solid State Drive) sono più veloci rispetto ai dischi tradizionali, con questi le prestazioni migliorano
PS: Scegli tra Laptop e desktop in base alle esigenze, se pensi che avrai bisogno di spostarti e lavorare in luoghi diversi oppure una postazione fissa
2. SCHEDA AUDIO La scheda Audio è un interfaccia che serve per riprodurre o catturare i suoni in ingresso (input) e in uscita (output). I computer ne hanno già una interna ma Per un uso professionale è necessario dotarsi di una scheda professionale esterna. Le schede audio professionali hanno dei convertitori Analogico Digitali di qualità e questo consente di sentire i dettagli di una registrazione audio in modo più definito e gestire tramite i numerosi ingressi e uscite vari dispositivi contemporaneamente
Nella scelta della scheda audio per il tuo Home Recording Studio devi valutare alcune cose:
In base al genere che vuoi fare scegli Il numero di ingressi che ti servono per registrare 1 o più strumenti Il tipo di collegamento USB, Firewire, Thunderbolt o PCI La possibilità di monitorare numerosi Output In base al prezzo cambia la scelta dei convertitori A/D
3. DAW
Digital Audio Workstation è il software utilizzato per produrre musica. Questi software consentono di combinare più tracce audio e midi provenienti da fonti diverse per registrare / modificare ed editare.
Le DAW hanno la possibilità di contenere plugin di terze parti per ricreare effetti come come Distorsore e Compressore ,Riverbero ,Delay.ecc o ricreare suoni artificiali di come Batteria, Synth, Lead, oppure simulare strumenti reali come Pianoforte, Chitarra e Archi.
Puoi iniziare comunque con i plugin forniti con la tu a DAW e i suoni pronti all’uso di cui fanno parte la maggior parte dei software.
Le DAW professionali più importanti sono: Logic x Ableton Cubase Fruity Loops Reaper ProTools Studio One
PS: Questi Software ti consentono subito di iniziare a produrre la tua musica MA serve pratica, tanta pazienza ma soprattutto un po’ di FORMAZIONE.
Logic X
4. STUDIO MONITORS Le studio monitors sono una coppia di altoparlanti progettati per la produzione audio. Se riesci ad ottenere un suono bello ed incisivo, chiaro e bilanciato sui tuoi monitors, la tua musica suonerà bene su autoradio, auricolari, altoparlanti scadenti, e naturalmente anche sui grandi impianti dei Club quindi oltre ad avere buona scheda audio con un buon convertitore all’interno è utile avere un buon impianto audio per capire nel dettaglio le varie sfumature del suono. CONSIGLIO un altoparlante già amplificato con almeno un woofer da 7 pollici in su per avere una buona risposta nelle basse frequenze e bilanciare correttamente il tutto in modo più preciso.
5. TASTIERA MIDI La tastiera MIDI va collegata direttamente al computer tramite USB e si occupa di inviare segnali elettrici al software in un formato chiamato MIDI. A questi segnali MIDI puoi assegnare un qualsiasi suono tramite i plugins, quindi la tastiera puo’ pilotare e trasformarsi in qualsiasi strumento come pianoforte, chitarra, sax, synth, batteria o percussioni.
Una Tastiera MIDI può funzionare anche da Controller se dotata di manopole, pulsanti e slider, che vengono utilizzati per pilotare la DAW e i suoi Plugins molto più rapidamente rispetto al mouse.
6. CUFFIE MONITORING
Un buon riferimento da avere in un Home Recording Studio sono delle buone cuffie che ti permettano di sentire il suono in modo accurato, cristallino, dettagliato ed equilibrato.
L’obiettivo delle Cuffie Monitoring è quello di riuscire ad ascoltare il suono nel modo più reale possibile, senza artifizi o alterazioni. Quindi bisogna ricercare delle cuffie con una risposta in frequenza Flat cioè piatta, senza alterazioni di frequenza. E’ questa caratteristica che distingue un paio di Cuffie Monitoring da Studio, da un paio di Cuffie da Ascolto, o Cuffie da Dj.
Sennheiser
ATTENZIONE! Le note negative però sono:
Le orecchie potrebbero avvertire disagio dopo sessioni di ascolto prolungato Potrebbe essere difficile sentire le frequenze più basse dello spettro sonoro
7. CAVI AUDIO E ACCESSORI ESTERNI
Al momento concentrati su: Cavi XLR Cavi USB Cavi Jack
I cavi sono molto importanti perché si occupano di trasportare le informazioni analogico digitali della tua musica. Per questo è importante scegliere dei cavi di buona qualità per evitare ronzii, rumori di fondo ed evitare Imprevisti. Diffida dei cavi troppo economici.
CONSIDERAZIONI FINALI
Bene ora che hai le idee molto più chiare su come organizzare il tuo Home Recording Studio e hai un quadro completo di quello che serve per iniziare a produrre musica, è il momento di imparare ad utilizzare i tuoi strumenti seriamente sentirti a tuo agio con la DAW e magari pensare e considerare qualche CORSO. Crescere come Artista e diventare un Produttore Discografico Professionista è un percorso che va affrontato in modo consapevole.
PS: Diffida da tutti quei corsi che esistono su YouTube, Ci sono troppi video e la maggior parte delle volte sono Di bassa qualità e lasciano desiderare.
Per info su Corsi personalizzati direttamente in studio o a distanza (personalizzando il corso tramite il sito gratuito SKYPE) e/o per info su costi dei servizi descritti in precedenza contattami a >> herosoundstudio@gmail.com
Segui il nostro BLOG dedicato a tutti i produttori e prima di firmare un contratto leggiti questo articolo:
Ciao a tutti, in molti mi avete richiesto di parlare in maniera dettagliata del CONTRATTO DISCOGRAFICO.
Quando trovate l’accordo con una Etichetta Discografica solitamente vi vengono richiesti una serie di dati personali: NOME – COGNOME – NATO A – IL – RESIDENTE – CODICE FISCALE – NUMERO ISCRIZIONE SIAE – EMAIL – TELEFONO.
Consiglio Numero 1 : Diffidate di una Casa Discografica che non vi sottopone un contratto da Firmare.
Con questi dati vi verranno preparati due contratti; IL CONTRATTO MASTER e IL CONTRATTO EDITORIALE.
CONTRATTO EDITORIALE: viene fatto in caso voi siate gli Autori / Compositori del brano, e serve per la cessione delle quote editoriali alla Casa Editrice che si occupa della pubblicazione del vostro progetto. Solitamente la parte editoriale è del 50% ossia 12/24.
Prima di tutto chiariamo cosa è un MASTER. MASTER è la registrazione completa della Vostra Opera pronta per essere commercializzata su tutti i supporti Digitali o Fisici. Con il contratto sul Master il produttore cede il diritto di proprietà del prodotto finito e realizzato a proprie spese alla casa discografica.
Per il CONTRATTO DISCOGRAFICO invece possiamo cominciare l’analisi dal primo punto, infatti, può essere stipulato principalmente in due modi: Cessione Master o Licenza Master;
Per il primo caso Voi Cedete il Master alla casa discografica che ne terrà i diritti definitivamente, la cosa più importante che questo vi mette anche nella condizione che il vostro brano sarà sempre e comunque rilavorato e ripubblicato anche in anni successivi alla prima uscita della Label. In questo modo voi potete continuare ad incassare (poco o tanto dipende dal valore del brano) anche anni dopo la stipula del contratto e fino alla data di termine dello stesso.
La Licenza Master invece è fatta nel caso che voi vogliate ritornare in possesso del Master del brano dopo un periodo prefissato , solitamente 10 Anni. Questo sistema è sicuramente più complicato e le etichette cercano di evitarlo. Infatti dopo 10 anni sarebbero costrette a richiedere il Takedown del brano da tutti i portali digitali, e questo non è sempre semplice. Inoltre VI costringe a cercare una nuova opportunità di pubblicazione del brano altrimenti sparirebbe completamente dal mercato.
Consiglio numero 2 : Fate un contratto di cessione di master con una buona casa discografica che sfrutti al meglio il proprio repertorio.
Solitamente nel contratto discografico c’è la clausola che mette sotto contratto anche il NOME ARTISTA nel caso fosse il vostro nome e cognome non avrete molti problemi a liberarlo, cosa più difficile nel caso usiate uno pseudonimo, alcuni contratti prevedono la cessione alla Label dello pseudonimo, altri più frequentemente mettono l’obbligo di avere un FOLLOW UP oppure un ALBUM. Sta a voi decidere in che modo legarvi ad una label.
Consiglio numero 3 : Evitate la cessione completa del nome artista ma accettate l’obbligo del Follow Up, questo invoglierà la Casa Discografica ad una maggiore attenzione alla promozione del vostro nome per un vantaggio reciproco.
Una parte molto importante è quella che parla dell’uso di parti non originali, di Sample o di parti provenienti da altri brani. In quella clausola dichiarate che tutte le parti utilizzate nel vostro brano sono di vostra proprietà e creazione e ve ne assumete completamente la responsabilità. Questo vuol dire che se avete campionato una parte di un’altro brano e non ne avete richiesto il permesso la casa discografica può richiedere a voi i danni di una eventuale causa ricevuta dalla parte proprietaria del brano campionato.
Consiglio numero 4 : Prima di firmare questa clausola siate certi di avere tutti i diritti sul vostro brano, in caso contrario parlatene prima con la vostra casa discografica che saprà consigliarvi al meglio.
Nel CONTRATTO DISCOGRAFICO la label può chiedervi di avere tutte le parti del vostro brano per farne dei remix, quindi cercate sempre di tenere nel vostro hard disk tutte le varie parti della lavorazione.
Affrontiamo anche la parte economica del contratto, in epoca “digitale” e con uno sfruttamento quasi totalmente proveniente dai download e dagli streaming i contratti nella quasi totalità hanno lo standard del 50%. Quindi dividerete esattamente a metà CON LA VOSTRA LABEL quello che il brano genera.
Non fate i conti prendendo ad esempio il costo del download, infatti in quella cifra comprende anche le varie tassazioni dei paesi (I.V.A.) e la parte editoriale che viene rendicontata alla società di collecting del paese dove è avvenuto l’acquisto (In Italia la S.I.A.E.). Inoltre i portali di vendita trattengono una percentuale, questo porta che per ogni Euro proveniente dall’acquisto del brano rimangono circa 60 Centesimi che verranno mandati alla vostra etichetta ed a voi ne verranno mandati circa 30 Centesimi.
CHIARAMENTE QUESTO E’ UN CONTO MOLTO APPROSSIMATIVO
Sulla vendita del “FISICO” ; CD, VINILI , CASSETTE ed altri supporti materiali, il discorso mediamente parte sempre da un 50% a testa ma verrà considerato solamente il 90% di quello che effettivamente ha generato il brano, questo perchè ci possono essere dei resi provenienti dai magazzini e dai negozi e quel 10% non rendicontato serve a questo scopo.
Per quanto riguarda le eventuali “LICENZE A TERZI” ossia lo sfruttamento da parte di altre case discografiche del vostro brano per esempio in una compilation, oppure una licenza all’estero, anche in questo caso il giusto accordo è del 50%.
Tenete conto che il dettaglio delle vendite “RENDICONTO” viene fatto una volta all’anno e che i pagamenti vengono solitamente fatti al raggiungimento di una cifra minima solitamente di 50 Euro ma che può variare in base alle differenti etichette discografiche.
Consiglio numero 5 : Fate molta attenzione nel caso le percentuali proposte si discostino di molto da quelle che ho indicato.
Per concludere, leggete attentamente ogni contratto discografico che vi viene sottoposto, non abbiate timore di chiedere spiegazioni nel caso dei punti non vi fossero chiari e firmate solamente quando siete convinti di quello che state facendo.
Se avete dei dubbi in merito contattateci alla nostra email : office@jaywork.com
Affrontiamo un argomento molto delicato e complesso ossia:
Come depositare un brano in SIAE(Società Italiana Autori Editori) ed essere tutelato come Autore.
Su questo argomento si leggono le cose più disparate, ma non sempre le informazioni troviamo in rete o sui Social corrispondono al vero, motivo per il quale si è creata una grandissima confusione.
PER PUBBLICARE UNA TRACCIA NON E’ OBBLIGATORIO ISCRIVERSI ALLA SIAE.
Innanzitutto il brano può essere pubblicato senza che voi siate Autori, in questo caso potete accordarvi con l’Etichetta Discografica che abitualmente svolge anche la funzione di Editore, e far depositare un brano da loro, in modo che possano recuperare parte della vostra quota Autore/Compositore e inserirla nel rendiconto annuale delle Royalties.
Se invece avete intenzione di pubblicare più brani e di proseguire la carriera di produttore il mio consiglio è quello di iscriversi subito alla SIAE.
L’ISCRIZIONE PER GLI UNDER 30 È GRATUITA E FINO AL COMPIMENTO DEI 30 ANNI NON SI PAGA LA QUOTA ASSOCIATIVA ANNUALE.
RICORDATE CHE LA QUOTA ASSOCIATIVA ANNUALE VIENE TOLTA DIRETTAMENTE DAI VOSTRI PROVENTI NELLA RENDICONTAZIONE DI GENNAIO, chiaramente dovete raggiungere la cifra richiesta altrimenti siete costretti a fare un pagamento per mantenere la vostra posizione aperta… senza quota associativa regolarmente pagata la vostra posizione viene chiusa in breve tempo.
Diventare Associato SIAE non è l’unico modo per diventare autore/compositore e depositare un brano, potete iscrivervi anche alle altre società simili operanti in altri paesi Europei.
A questo punto siete diventati Autori, questo vi permetterà di ricevere ogni sei mesi il rendiconto SIAE e il pagamento del vostro maturato, (i pagamenti sono fatti circa 12/18 mesi dopo, a luglio del 2018 è stato pagato il secondo semestre 2017).
Il rendiconto è molto dettagliato e online potete vedere cosa ha generato ogni traccia e perfino dove è stata suonata sia a livello Radio/TV che Locali da Ballo o altro.
Chiaramente se oltre a produrre vi esibite anche dal vivo sia come musicista che come DJ potete inserire i vostri brani nella programmazione e quindi nei bollettini di dichiarazione degli eventi a cui avete partecipato. Questo vi permetterà di guadagnare anche come Autore durante le vostre performance.
Veniamo adesso alla fase di deposito, diamo per assodato il fatto che siate regolarmente iscritti e abbiate attivato la procedura per la SIAE ON LINE e per la FIRMA ELETTRONICA (tutte queste procedure possono essere fatte direttamente online).
Il nuovo sistema di deposito online ha semplificato anche l’invio della documentazione, infatti ora è possibile depositare un brano senza stampare lo spartito musicale ed il testo, basta allegare al deposito la traccia in mp3.
Inoltre appena conclusa la fase di deposito vi sarà assegnato immediatamente il codice opera che vi servirà per eventuali richieste alla SIAE oppure per effettuare delle modifiche al deposito stesso.
Evitate di dare ai vostri brani titoli molto banali, ci sono migliaia di opere depositate e chiaramente in fase di divisione si possono presentare dei problemi o errori di ripartizione.
A questo punto, se avete intenzione di “far girare” il vostro brano gratuitamente pubblicandolo sui portali di free download come SOUNDCLOUD e DEMODROP oppure avete intenzione di fare una promozione personale facendolo ascoltare ai vostri contatti, il consiglio è quello di depositate il brano direttamente, prima di pubblicarlo e diffonderlo in rete.
SE AVETE INVECE INTENZIONE DI INVIARE IL VOSTRO BRANO AD UNA CASA DISCOGRAFICA NON DEPOSITATELO, nessuna etichetta discografica degna di tale nome nel 2018 cercherà di rubarvi la vostra creazione.
Il deposito infatti sarà fatto direttamente dalla Label in questione inserendo la parte Editoriale come da accordo. Solitamente 12/24 (La Siae divide i proventi in 24) vanno alla Società Editoriale che si deve occupare della pubblicazione e promozione del vostro brano, il restante 50% sará suddiviso tra quelli che hanno partecipato attivamente in studio alla creazione e ci sarà poi una parte COMPOSITORE (chi ha fatto la parte musicale) ed una parte AUTORE (chi ha scritto il testo).
La procedura di deposito deve essere fatta nella maniera corretta, infatti se il vostro brano risulterà IRREGOLARE, voi non percepirete alcun compenso da quell’opera fino a quando non avete corretto tutti gli errori fatti.
La procedura di regolarizzazione del brano di solito è piuttosto lunga. Per questo vi consiglio di depositare i brani tramite la vostra etichetta discografica di fiducia.
Per qualsiasi domanda inerente al deposito dei brani contattateci a questa email : office@jaywork.com